Ci siamo: la macchina del voto è partita e gli occhi del mondo, da Mosca a Washington passando per Berlino, Parigi e Londra, sono puntati sull’Italia. Finita la parentesi di Mario Draghi, che ha schierato il nostro paese su una linea decisamente atlantista ed europeista, le diplomazie mondiali sono in attesa di capire se a cominciare da stanotte si insedierà un governo ancora fortemente ancorato nella Nato, oppure se ne nascerà uno decisamente più “benevolo” nei confronti di Putin. Le ultime uscite di Silvio Berlusconi - «Putin voleva sostituire il governo di Zelensky con persone perbene», ha detto di fronte a uno sbalordito Bruno Vespa - non fanno ben sperare. Né è sufficiente la smentita di turno per fugare dubbi circa la tenuta atlantica di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, entrambi storicamente assai vicini alla Russia di Putin. I primi dubbi saranno fugati con i primi risultati degli exit poll che arriveranno un minuto dopo le 23 di domenica, quando i seggi saranno chiusi. Ma lì inizierà il solito balletto di cifre. Ben presto gli exit poll saranno infatti smentiti dai primi dati reali che inizieranno ad arrivare dai saggi elettorali, che a loro volta saranno smentiti dalle prime proiezioni. Continua intanto la girandola dei sondaggi clandestini. I quali darebbero Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni sotto la soglia del 30%, la Lega appena sopra il 10%, risultato non certo sufficiente per permettere a Matteo Salvini di salvare la poltrona. Forza Italia di Silvio Berlusconi non supererebbe l’8%, dunque sotto il 10% dato al terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Il Partito democratico a guida Enrico Letta oltre il 23% e il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte intorno al 12%. Ma si tratta di un vero e proprio terno al lotto. Gli ultimi sondaggi pre elettorali hanno sempre sottostimato i vincitori. Due sono le sfide del centrodestra: prendere la maggioranza al Senato e puntare anche ai due terzi del Parlamento. Staremo a vedere.