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L'avvocato Domenico Aiello difende l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti
È Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, il nuovo indagato nell’inchiesta per corruzione in atti giudiziari aperta dalla Procura di Brescia che coinvolge l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe versato nel febbraio 2017 una somma compresa tra 20 e 30mila euro al magistrato per favorire l’archiviazione del figlio nel fascicolo 8283/2016, nato da un esposto della difesa di Alberto Stasi.
L’indagine, annunciata in anteprima dal Tg1 e confermata da fonti investigative, rappresenta una nuova svolta nel delitto di Garlasco, a oltre diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi.
Accertamenti tecnici e nuovi testimoni
Il procuratore Francesco Prete e la pm Claudia Moregola hanno disposto un accertamento tecnico irripetibile sui dispositivi informatici sequestrati a Venditti per estrarre la “copia forense” di telefoni, computer e hard disk, anche per verificare eventuali messaggi cancellati. Le operazioni inizieranno il 3 novembre nello studio di Matteo Ghigo, consulente informatico nominato dalla Procura, a Pinerolo (Torino) e dureranno 45 giorni. Sia Venditti, difeso dagli avvocati Domenico Aiello e Marcello Perillo, che Sempio senior, per ora assistito dall’avvocata d’ufficio Marzia Gregorelli, potranno nominare consulenti di parte. Nei prossimi giorni, i pm sentiranno come testimoni gli avvocati Massimo Lovati, Federico Soldani e Simone Grassi, che difesero Andrea Sempio nel 2017. Dovranno chiarire se la somma di denaro, come sostenuto dalla famiglia, fu destinata al pagamento in contanti delle difese o se rappresentò invece il prezzo della corruzione.
Aiello attacca: «Smantellata la funzione del Riesame»
Il legale di Venditti, Domenico Aiello, contesta la nuova iniziativa dei magistrati bresciani: «Dopo il terzo sequestro sugli stessi apparati si invoca l’urgenza e l’indifferibilità della prova, ignorando la decisione del Tribunale del Riesame che aveva disposto la distruzione dei file già estratti», ha dichiarato in una nota. Aiello parla di una strategia mirata a “neutralizzare il giudice terzo”, lamentando che l’accusa voglia accedere a undici anni di vita privata e professionale del suo assistito. Il legale sottolinea inoltre che la Cassazione, condannando Stasi, ha riconosciuto un solo autore dell’omicidio, e che ogni ipotesi di concorso richiederebbe prima la revoca della sentenza passata in giudicato.
Le prossime audizioni e le nuove piste investigative
La Procura di Brescia prevede di sentire anche l’ex pm di Pavia Giulia Pezzino, che nel 2017 era cotitolare dell’indagine su Andrea Sempio, e l’ex sostituta procuratrice generale di Milano Laura Barbaini, che aveva collaborato con Venditti e sostenuto l’accusa contro Stasi nel processo d’appello-bis. Le due magistrate potranno chiarire il ruolo dei documenti non protocollati che Venditti ricevette tra gennaio e marzo 2017. Intanto, fonti investigative parlano di nuovi elementi emersi dalle perquisizioni del 26 settembre nell’abitazione dei Sempio, che rafforzerebbero l’ipotesi di un passaggio di denaro orchestrato dal padre di Andrea.
Le reazioni delle difese
L’avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Andrea Sempio, definisce l’iscrizione del padre “un atto dovuto”, invitando però alla prudenza:«Se la questione del pizzino fosse l’unico elemento, sarebbe poco probante. Quel foglietto è poco più del nulla», ha detto nel corso della trasmissione Iceberg Lombardia. Diverso il tono dell’avvocato Federico Soldani, che intercettato da una troupe televisiva ha preferito non commentare pubblicamente: «Parlo solo con la magistratura, non con i giornalisti», ha dichiarato, respingendo qualsiasi coinvolgimento nei presunti pagamenti in nero.
Un’inchiesta destinata ad allargarsi
Le prossime settimane saranno decisive per capire se i nuovi accertamenti forensi porteranno riscontri concreti alle ipotesi d’accusa. Il caso Garlasco, che nel 2015 si era chiuso con la condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni, torna così al centro delle cronache giudiziarie con una nuova indagine che punta a ricostruire eventuali responsabilità e relazioni tra il 2016 e il 2017, in un contesto giudicato dagli inquirenti “fitto di ombre e contraddizioni”.


