«La pace in Ucraina non è, purtroppo, oggi un obiettivo di Putin”. A dirlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, durante un talk organizzato da Rcs Academy. Secondo il titolare della Difesa, i numeri parlano chiaro: «Un milione e 600mila soldati in campo, 5 milioni di riserve, un esborso superiore a quello della Guerra Fredda, un’economia di guerra pianificata».

Per Crosetto, la soluzione non potrà venire da un’iniziativa isolata dell’Occidente, ma solo da un «multilateralismo rinnovato e da un’ONU autorevole che imponga il rispetto del diritto internazionale». L’Onu, ha aggiunto, deve «trovare la forza per imporre tale assioma. Il diritto internazionale o vale per tutti o non vale per nessuno».

L’esponente del governo Meloni ha rilanciato anche una riflessione strategica: «Io predico da due anni che serva coinvolgere tutti: anche la Cina, anche i Brics. È la prospettiva di Trump per il Medio Oriente». Quanto al conflitto in Ucraina, Crosetto ha ribadito: “Mi rifiuto di accettare l’idea di una guerra che travalichi i confini ucraini. Ogni strada diplomatica va tenuta aperta. Ma purtroppo siamo sempre in meno a crederci”.

Non è mancato un affondo ai “pacifisti della politica”: «O partecipi e hai anche i benefici della protezione Nato, o decidi di stare fuori. Se l’Italia dovesse difendersi da sola dovrebbe spendere il 10% del Pil, più che durante la Guerra Fredda. Sappiatelo».

Sul fronte Gaza-Israele, Crosetto ha ribadito che l’Italia ha interrotto ogni rapporto militare con Tel Aviv dal 7 ottobre 2023. «All’inizio quella di Netanyahu era una reazione legittima a un attacco terroristico, ma ciò che è avvenuto dopo nulla ha a che vedere con una normale operazione militare”. L’ex ministro israeliano Gallant, secondo Crosetto, «mi disse che la battaglia contro Hamas, dopo i primi obiettivi raggiunti, doveva proseguire senza colpire i civili».

Infine, il ministro ha parlato della crescente influenza russa nel Mediterraneo, rispondendo a una domanda sullo scontro diplomatico in Libia che ha visto protagonista il ministro Matteo Piantedosi: «La Russia, appoggiandosi sulla fazione amica, cerca di insediarsi a pochi chilometri dall’Italia. È evidente». E sull’incidente diplomatico: «È stato uno scivolone, ma fossi nei vertici della Commissione europea avrei cacciato i responsabili».