La struttura di sicurezza di Hamas nella Striscia di Gaza è completamente crollata. A lanciare l’allarme è un alto ufficiale delle forze di sicurezza del gruppo palestinese, che in un’intervista alla BBC ha ammesso la perdita del controllo sull’80% del territorio. «Siamo realistici: non è rimasto quasi nulla della nostra struttura di sicurezza. Il 95% dei leader è morto. Le figure attive sono state tutte uccise», ha dichiarato l’ufficiale.

Secondo il funzionario, Hamas avrebbe tentato di riorganizzare le proprie strutture politiche e militari durante la tregua di 57 giorni a inizio anno. Tuttavia, la ripresa delle operazioni israeliane a marzo ha compromesso i tentativi di ricostruzione. «Israele ha colpito le ultime strutture di comando. Ora regna il caos. Non c’è più controllo da nessuna parte», ha aggiunto, parlando del vuoto di potere occupato da clan armati locali.

Intanto a Doha si è conclusa senza risultati concreti la prima sessione di colloqui indiretti tra Hamas e Israele, promossi per discutere un possibile cessate il fuoco. Secondo fonti palestinesi citate da Ynet e altri media israeliani, la delegazione inviata da Tel Aviv «non era sufficientemente autorizzata» a prendere impegni formali. «Non aveva poteri reali per raggiungere un accordo con Hamas», spiegano le fonti.

La posizione israeliana, ribadita dal premier Benjamin Netanyahu prima della sua partenza per Washington, resta ancorata a «condizioni chiare» per una possibile intesa. Secondo quanto dichiarato dallo stesso premier, i negoziatori «hanno ricevuto istruzioni precise per perseguire un accordo alle condizioni accettate da Israele».

Hamas, dal canto suo, ha anche respinto con forza le accuse di coinvolgimento nell’attacco del 5 luglio, in cui due operatori umanitari statunitensi della Gaza Humanitarian Foundation sono rimasti feriti nei pressi di un punto di distribuzione degli aiuti. In un comunicato ufficiale, il gruppo definisce «categoricamente false» le affermazioni del Dipartimento di Stato Usa, che attribuiscono alla «resistenza palestinese» il lancio di granate contro i lavoratori civili.

«Queste accuse fuorvianti sono un tentativo di legittimare l’uso eccessivo della forza da parte di Israele e le continue uccisioni di civili nella Striscia», si legge nella nota. Hamas accusa inoltre Washington di «allinearsi pericolosamente» alla narrazione israeliana e di voler giustificare la crisi umanitaria in corso.