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BENJAMIN NETANYAHU PRIMO MINISTRO ISRAELIANO, DONALD TRUMP PRESIDENTE USA
Nonostante abbia definito “inaccettabili” le modifiche avanzate da Hamas alla proposta di tregua promossa dagli Stati Uniti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha autorizzato l’invio di una delegazione a Doha per riprendere i colloqui indiretti. La scelta rappresenta un’apertura significativa in un contesto ancora segnato da sangue e bombardamenti nella Striscia di Gaza.
La delegazione israeliana giungerà in Qatar proprio nelle stesse ore in cui Netanyahu è atteso a Washington per incontrare Donald Trump. Un doppio binario diplomatico – i negoziati a Doha e il vertice con l’ex presidente Usa – che potrebbe rappresentare un passo avanti verso un cessate il fuoco. Nelle ultime ore, tuttavia, si continua a combattere: domenica altri raid israeliani hanno provocato decine di vittime palestinesi.
L’incontro con Trump è previsto per lunedì alle 18:30 ora locale (mezzanotte e mezza in Italia). A fare pressione su Netanyahu è stato anche il presidente israeliano Isaac Herzog, che ha lanciato un appello alla responsabilità: “Sostengo pienamente gli sforzi per riportare a casa tutti i nostri ostaggi, anche se comportano decisioni difficili. Il costo non è semplice, ma la sfida deve essere raccolta”.
Poco prima di imbarcarsi all’aeroporto Ben Gurion, Netanyahu ha dichiarato alla stampa: «Stiamo lavorando per raggiungere un accordo alle condizioni che abbiamo definito. Ho dato alla nostra delegazione istruzioni chiare. Il confronto con Trump può essere determinante, ma non accetteremo mai un’intesa che permetta a Hamas di restare nella Striscia di Gaza”. Il premier ha ribadito che “non consentiremo una situazione che incoraggi altri rapimenti o omicidi. Questo significa eliminare le capacità militari di Hamas. Hamas non ci sarà».
Il piano proposto dagli Stati Uniti, sostenuto da Israele, prevede una tregua iniziale di 60 giorni, durante i quali Hamas dovrebbe liberare alcuni ostaggi in cambio dell’aumento degli aiuti umanitari a Gaza. Previsti anche colloqui successivi per porre fine definitivamente alla guerra. Hamas ha accolto con favore la proposta, ma ha chiesto garanzie precise: una cessazione totale delle ostilità, il ritiro delle forze israeliane e la gestione degli aiuti da parte dell’ONU.