Un giudice federale della Florida ha bloccato l’attività del controverso centro di detenzione per migranti noto come “Alcatraz degli alligatori”, ordinandone la rimozione entro 60 giorni. La struttura, allestita a giugno dall’amministrazione Trump e dalle autorità locali nell’area protetta delle Everglades, era stata costruita in un ex aeroporto abbandonato con gabbie metalliche, letti a castello e padiglioni di tela bianca, con una capienza prevista di 3.000 posti.

La decisione della giudice Kathleen Williams arriva dopo il ricorso presentato da due associazioni ambientaliste, Friends of the Everglades e Center for Biological Diversity, che hanno denunciato la mancanza di studi di impatto ambientale e i rischi per il fragile ecosistema delle zone umide.

Le motivazioni della sentenza

Nell’ordinanza, Williams non solo ha vietato l’ingresso di nuovi migranti, ma ha anche disposto lo smantellamento delle recinzioni, dei sistemi di illuminazione, dei generatori e degli impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue. Già ad agosto la giudice aveva imposto la sospensione temporanea dei lavori di ampliamento.

Reazioni politiche

Il centro era stato fortemente voluto dalla Casa Bianca e sostenuto dal governatore repubblicano Ron DeSantis, che ora ha annunciato ricorso. La struttura, presentata come risposta emergenziale all’aumento degli arrivi, aveva però suscitato aspre critiche da parte dei difensori dei diritti umani e degli ambientalisti, che ne hanno denunciato condizioni di detenzione disumane e incompatibili con la tutela dell’ambiente naturale delle Everglades.