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IMAGOECONOMICA
Una parte della politica (per il momento refrattaria a ogni gesto riparatorio) si è resa protagonista, per lucrare sull’inchiesta “Angeli e Demoni” in termini di consenso, di una serie di dichiarazioni e iniziative decisamente estreme. Eccone alcune.
Di Maio e l’elettroshock
Nel luglio del 2019, Luigi Di Maio, allora leader del M5s, per sgomberare il campo da ogni ipotesi di alleanza col Pd cita la storia di Bibbiano. Con questi toni: «Io col partito di Bibbiano non voglio averci nulla a che fare. Col partito che in Emilia toglieva i bambini alle famiglie con l’elettroshock per venderseli non voglio avere nulla a che fare». Qualche settimana dopo è avvistato nella sede del Nazareno a trattare la composizione del nuovo governo giallorosso.
Borgonzoni e la t-shirt in Parlamento
A settembre dello stesso anno, nell'aula del Senato, la leghista Lucia Borgonzoni sfoggia una maglietta bianca con la scritta “Parliamo di Bibbiano” e le lettere P e D evidenziate, proprio per accusare di complicità il Nazareno. Sullo sfondo di questa performance ci sono le elezioni regionali in Emilia-Romagna, dove Borgonzoni sfiderà l'uscente dem Stefano Bonaccini.
La bambina di Pontida
Il Carroccio non molla la presa, e nella kermesse di Pontida Salvini fa salire sul palco una bambina «allontanata dalla sua famiglia». Poi nel resoconto social, pubblica una foto della minore (debitamente oscurata) e scrive «mai più bambini rubati alla proprie famiglie» aggiungendo l'hashtag #bibbiano. Tutti pensano che Greta (questo è il suo nome) provenga dalla cittadina emiliana, ma in realtà è lombarda.
«Giù le mani dai bambini»
Nella sua escalation, la Lega decide di portare la propaganda in loco, e organizza una manifestazione a Bibbiano, sul cui palco campeggia la scritta «giù le mani dai bambini». Presente ovviamente la premiata ditta Salvini-Borgonzoni, che alle Regionali sarà sconfitta.
Meloni-Gps
Concludiamo col piatto forte: la celeberrima foto della premier Giorgia Meloni (allora pasionaria dell'opposizione) davanti al cartello stradale di Bibbiano, l'espressione minacciosa e tra le mani un cartello con la scritta «Siamo stati i primi ad arrivare, saremo gli ultimi ad andarcene». Un post che molti non hanno mancato di rinfacciarle (in primis Matteo Renzi), quando la piega giudiziaria che la storia stava prendendo cominciava ad apparire chiara, ma che non è stato ancora sconfessato dalla diretta interessata.