Singolare incidente diplomatico, in Libia, per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il titolare del Viminale è stato infatti respinto all’aeroporto di Bengasi, in Libia, dove era giunto insieme ai colleghi di Grecia e Malta e al commissario Ue alla Migrazione Magnus Brunner nell’ambito di una missione del “Team Europe”.

Le autorità del governo della Cirenaica, fedele al generale Khalifa Haftar, hanno annullato la visita all’arrivo della delegazione, contestando la presenza di una “persona non grata” e intimando a tutti di lasciare immediatamente il Paese. In una nota ufficiale, il governo di Bengasi ha parlato di un «palese superamento dei protocolli» e di «comportamenti in violazione della sovranità nazionale libica», senza fornire dettagli.

Il presidente Osama Saad Hamad ha ribadito che ogni interazione con le autorità libiche deve rispettare rigorosamente leggi, convenzioni e accordi internazionali. La notizia ha immediatamente e inevitabilmente sollevato un vespaio politico in Italia, soprattutto da parte dell'opposizione, che contesta la politica migratoria del governo e si è lasciata andare a commenti ironici in cui si è evocato per Piantedosi una sorta di contrappasso.

Nicola Fratoianni, di Avs, su X ha scritto: «Piantedosi respinto alla frontiera: brutta cosa i respingimenti, signor ministro...». Sempre su X, il responsabile Esteri di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, scrive: «Un altro trionfo del Ministro Tajani. Al suo arrivo in Libia, per poco non hanno arrestato Piantedosi», mentre per Angelo Bonelli il ministro «per qualche ora ha provato sulla propria pelle cosa significa sentirsi dire 'clandestino', termine con cui la destra definisce le persone migranti». «L'Italia», ha aggiunto, «continua a tessere rapporti politici ed economici con regimi che rappresentano la vera cabina di regia del traffico di esseri umani».

Molto duro il leader Iv Matteo Renzi, per il quale l’Italia «non può permettersi certe figuracce». Nel tentativo di ridimensionare l’accaduto, fonti del Viminale parlano di una «incomprensione protocollare» che avrebbe coinvolto l’intera delegazione, molto numerosa, e precisano che la definizione di “persona non grata” non riguarda Piantedosi. «Una volta atterrati chiariremo tutto», hanno assicurato da Roma.