Non c’è una data, ma di certo la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader M5S Giuseppe Conte si incontreranno per discutere del “nodo Campania”, una situazione che sta diventando più imbarazzante per i diretti interessati ogni giorno che passa.

Da un lato l’ex presidente del Consiglio può dormire sonni tranquilli, sicuro com’è di portare a casa la candidatura dell’ex presidente della Camera, Roberto Fico, sostenuto da tutto il centrosinistra. Anche perché anche dovesse saltare Fico, inviso (eufemismo) all’attuale presidente Vincenzo De Luca, si virerebbe su nomi più concilianti, da quello di Mariolina Castellone a quello, soprattutto dell’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Dall’altro lato la leader dem si trova invece a gestire una situazione kafkiana, con lei decisa a sostenere Fico ma con mezzo Pd campano e anche di più contrario a quel nome, che De Luca vorrebbe togliere dalla rosa dei nomi perché «non ha senso candidare chi ci ha fatto opposizione per dieci anni». In mezzo c’è il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, anch’egli nemico giurato di De Luca ma che sta cercando in qualche modo di porsi da pontiere tra le due fazioni dem, così da trovare una quadra.

«È importante stare tutti insieme, perché con un’alleanza larga le forze progressiste sono maggioritarie in Campania - ha detto Manfredi parlando delle regionali in Campania a margine delle riunioni del Consiglio nazionale e del Comitato direttivo dell’Anci, in corso a Napoli - Siamo nella fase conclusiva, oramai la decisione finale spetta anche al tavolo nazionale, quindi ai leader nazionali è affidata la responsabilità di fare una scelta appropriata». Ma di tutto tranne che di «fase conclusiva» vuol parlare De Luca, che ha rilanciato l’idea delle primarie di coalizione e che nel frattempo ieri ha buttato la palla in tribuna, parlando di programmi e temi. «L’unica esigenza che avverto io, prima di parlare di tutte le cose di cui si parla al vento, è che ognuno dica quale programma a suo giudizio dovrebbe essere realizzato - ha spiegato a margine della presentazione della nuova piattaforma del settore sanità Sinfonia - Io credo che stiamo facendo un lavoro eccezionale, questo lavoro non può essere bloccato o buttato a mare, ma non ho ancora sentito

nessuno parlare di programmi, ci candidiamo per fare che cosa? Nessuno parla del futuro della regione, dei cittadini, delle famiglie, delle imprese e così via, le chiacchiere che si leggono dovrebbero venire dopo, dopo che abbiamo deciso le cose da fare per i nostri cittadini, invece si sta parlando a ruota libera di cose che non hanno nessuna connessione con la vita delle persone».

Insomma, chiunque arrivi, tutto deve fare tranne che stravolgere quanto fatto finora, e proprio su questo ci sarà da riflettere tra Pd e M5S. Ma se il centrosinistra è alle prese con i desiderata di De Luca, anche il centrodestra rischia di arrivare alla resa dei conti interna alla coalizione. «I nomi? Sono quelli che sono usciti, non altri - ha dichiarato in una nota Fulvio Martusciello, eurodeputato e segretario regionale di Forza Italia in Campania ieri - Ogni tanto c’è qualcuno che, per dimostrare di esistere, chiede ai giornali di far circolare il proprio nome come candidato alla presidenza della regione Campania e poi dice di non essere disponibile». E dunque tutti i nomi che si fanno sono «millanterie» perché «non ce ne sono altri oltre quelli di cui abbiamo discusso, eccezion fatta per la proposta di una candidata donna che teniamo coperta, per ragioni che si capiranno».

Insomma, anche in casa centrodestra siamo ancora in alto mare. Dove le candidature sono ormai assodato sono invece le Marche, con l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, oggi eurodeputato Pd, che sfiderà il presidente uscente di FdI, Francesco Acquaroli. Ricci aprirà ufficialmente la campagna elettorale venerdì ad Ancona, e a sua sostegno ci sono una miriade di liste, dal Pd al M5S, da Avs a Più Europa, da Iv a Rifondazione comunista. Mancano solo i due leocorni, oltre ad Azione che ha deciso di non sostenere alcun candidato dopo un’uscita a detta di Carlo Calenda poco felice di Ricci sul nucleare.

Tutto fatto in casa centrosinistra invece in Toscana, con il presidente uscente Giani, uno dei più apprezzati in base alle rivelazioni del Sole24Ore, che sarà ricandidato. «Non posso che viverle con piacere, ma mi astengo da ogni commento, perché è giusto che ognuno abbia i suoi ruoli - ha detto Giani commentando gli appelli di sindaci e circoli del Pd per una sua ricandidatura - C’è un partito in cui io mi riconosco e a cui mi affido che farà i suoi passi con la coalizione per le prospettive, quindi io mi rimetterò un po' a questa dinamica, non voglio apparire partigiano dell’una o dell’altra impostazione».