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IMAGOECONOMICA
Un nuovo scandalo europeo, ancora una volta dai contorni fragili. A conferma che la vicenda Qatargate, che per ora è fatta più di ombre che luci, non ha insegnato niente. Nessun garantismo e attacchi concentrici dai giornali di destra, che subito hanno approfittato della vicenda per trasformare un caso giudiziario ancora appena agli inizi in un attacco politico. Il nuovo terremoto si è abbattuto su Federica Mogherini, ex Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, vice presidente della Commissione e direttrice del Collegio d’Europa di Bruges, che dopo dieci ore di interrogatorio, dalle 14 a mezzanotte, è stata rilasciata. Ore durante le quali ha «chiarito la sua posizione» in merito al caso dell’Accademia diplomatica europea, la scuola comune per formare i diplomatici dell’Unione. La forma è leggermente cambiata, dopo lo scandalo delle condizioni in cui avevano vissuto in carcere gli indagati del Qatargate. Ma la sostanza è sempre la stessa.
Mogherini si dice tranquilla, confermando la sua «piena fiducia nel sistema giudiziario» e la «massima collaborazione con le autorità». Anche perché, ha spiegato, tutte le informazioni relative alla procedura di istituzione dell’Accademia erano pubbliche. Le accuse sono pesanti e riguardano sospetti di favoritismo e una possibile concorrenza sleale nell’assegnazione da parte del Seae al Collegio d’Europa di un programma di formazione di nove mesi destinato ai futuri diplomatici europei. I fatti contestati risalgono al periodo 2021- 2022 e i presunti reati, secondo la procura europea, sono frode nell’aggiudicazione degli appalti pubblici, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
Con lei altri due indagati, anche loro rimessi in libertà: l’ambasciatore Stefano Sannino - che ha lasciato in anticipo il suo incarico in Commissione - e Cesare Zegretti, manager del prestigioso collegio di Bruges. Sannino è oggetto anche di una verifica amministrativa dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), relativa al sospetto che, durante il suo mandato alla guida del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), possa aver favorito alcuni candidati nell’assegnazione di ruoli di alto livello in violazione delle procedure interne.
Manca il pericolo di fuga, dice la procura europea, che ha dunque deciso di rilasciare tutti, dopo aver dato il via alle indagini a seguito di un esposto presentato all’Ufficio europeo antifrode (Olaf) e successivamente trasmesso alla Procura europea (Eppo).
«Nella sua lunga tradizione - ha sottolineato Mogherini in una nota -, l’Accademia ha sempre applicato e continuerà ad applicare i più elevati standard di integrità ed equità. Da tre anni l’Accademia diplomatica dell’Unione europea offre ai suoi partecipanti la massima qualità di insegnamento e pratica. Ho piena fiducia nel sistema giudiziario e confido che la correttezza delle azioni del Collegio verrà accertata. Continuerò ovviamente a offrire la mia piena collaborazione alle autorità», ha aggiunto.
Secondo l’accusa, Sannino, segretario generale del Seae, il ministero degli Esteri dell’Unione, all’epoca avrebbe anticipato al Collegio elementi chiave della gara, consentendogli di arrivare preparato. Non per Mogherini: tutti i dati erano pubblici, ha spiegato, comprese le interlocuzioni tra la Commissione e il Seae, che tra il 2021 e il 2022 hanno dato il via al progetto pilota. Mogherini è intervenuta anche su uno degli snodi centrali dell’indagine: l’acquisizione da parte del Collegio di un edificio in Spanjaardstraat, destinato a ospitare gli studenti dell’Accademia.
L’immobile, del valore di 3,2 milioni di euro, è stato acquistato pochi mesi prima dell’uscita del bando, in un momento di difficoltà economica per l’istituto. Un’operazione che potrebbe far ipotizzare la disponibilità di informazioni riservate. L’ex ministra, però, ha spiegato che non vi era alcuna necessità di dati confidenziali, poiché gli elementi essenziali erano già pubblicamente disponibili. Oggi l’edificio accoglie effettivamente i corsisti, dal momento che, al termine del primo anno sperimentale, la Commissione ha deciso di rendere strutturale il progetto: nel 2024 è stato sottoscritto un accordo quadriennale che affida al Collegio la conduzione della nuova Accademia diplomatica, con Mogherini nel ruolo di direttrice. Il valore complessivo dell’iniziativa si avvicina al milione di euro, di cui circa 700 mila destinati a Bruges.
A tutelare Mogherini sul piano legale è l’avvocata Mariapaola Cherchi, dello studio Cherchi & De Vos Law Firm, affiancata dall’avvocato Massimo Merola, esperto di diritto europeo. Cherchi ha riferito all’Associated Press che la sua assistita è stata «trasparente, chiara e serena», dicendosi certa che Mogherini sarà scagionata. Il Collegio, dal canto suo, ha dichiarato che collaborerà con l’indagine e che «resta impegnato a rispettare i più alti standard di integrità, correttezza e conformità, sia in ambito accademico che amministrativo».
Il caso è l’ultimo di una serie di scandali che hanno colpito le istituzioni europee. Un copione già visto, secondo l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili. «Questa vicenda mi rattrista ma non mi sorprende affatto - spiega al Dubbio -. È una storia che conferma il metodo usato anche nel mio caso: accuse vaghe, abuso delle misure cautelari preventive e presunzione di colpevolezza guidata dai media. Se può succedere a un ex Alto Rappresentante o a una vicepresidente del Parlamento Europeo, allora nessuno è al sicuro nell’Unione europea.
Nel Belgian Gate, abbiamo visto le dimissioni del giudice istruttore, il trasferimento del procuratore, accuse di violazione del segreto per il capo della polizia giudiziaria, rivelazioni, da parte del principale investigatore di questa vicenda, sul fatto che il “collaboratore di giustizia” ha mentito sotto coercizione. Le intercettazioni e altri elementi nel fascicolo non mostrano alcuna corruzione. Ma nulla di tutto ciò ha avuto importanza. Il racconto mediatico era già stato costruito e i fatti sono diventanti irrilevanti».


