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MARIO SERIO, COMPONENTE DEL GARANTE NAZIONALE DEI DIRITTI DELLE PERSONE PRIVATE DELLA LIBERTA'
Il Csm si prepara a celebrare i cinquant’anni della legge penitenziaria con un convegno di alto profilo, ma la composizione del parterre apre subito un fronte inatteso. Nel programma figurano due componenti dell’Ufficio del Garante nazionale delle persone private della libertà, mentre resta escluso il terzo, Mario Serio. Una scelta che il Consiglio definisce frutto di una «involontaria gaffe», ma che negli ambienti più attenti alle politiche penitenziarie non è passata inosservata.
Il programma è stato approvato dal plenum di Palazzo Bachelet il 12 novembre. A proporlo è stata la Nona Commissione, che nella seduta del 3 novembre 2025, dopo una consultazione informale con la Commissione mista incaricata di affrontare i problemi della magistratura di sorveglianza, ha deliberato di celebrare il cinquantesimo anniversario della Legge 26 luglio 1975 n. 354 organizzando il convegno dal titolo “Il carcere in Italia a cinquant’anni dalla legge penitenziaria”. La delibera ricorda che il tema è d’attualità, dato che «l’ordinamento penitenziario è tornato al centro della riflessione pubblica e scientifica».
Da qui la volontà di «fare il punto su una riforma che, nel solco delle grandi trasformazioni istituzionali degli anni Settanta, ha introdotto nel sistema italiano una concezione della pena fondata sui principi di umanità, dignità e rieducazione, in attuazione dell’articolo 27 della Costituzione». Si tratta, nelle intenzioni della Commissione, di un momento di confronto interdisciplinare «per verificare quanto del progetto riformatore del 1975 sia stato realizzato e per individuare, con sguardo prospettico, le direttrici di un nuovo equilibrio tra sicurezza, rieducazione e reinserimento sociale. Celebrare i cinquant’anni della legge penitenziaria significa, dunque, non solo ricordare una tappa storica, ma rinnovare l’impegno verso un sistema penale realmente rispettoso della persona e dei valori costituzionali».
Un concetto ribadito anche in plenum dal relatore, il togato di Area Antonello Cosentino. «Ci è sembrato giusto – ha sottolineato – che anche il Csm ricordasse questo passaggio, tanto più attuale oggi in un momento in cui è particolarmente aperto il dibattito nel Paese sulla situazione carceraria italiana e anche in qualche misura sulle prospettive del senso della pena detentiva e del suo coordinamento con la disciplina costituzionale». Un tema sul quale, è stato osservato da più parti, Serio avrebbe certamente potuto offrire un contributo, proprio per la sua attenzione alla centralità dell’umanità della pena.
Al convegno, previsto il 4 dicembre, parteciperanno voci autorevoli dell’accademia, dell’amministrazione penitenziaria e della magistratura di sorveglianza, tra cui Edmondo Bruti Liberati, Glauco Giostra, Marco Ruotolo, Carlo Renoldi e Santi Consolo. Dopo l’approvazione della proposta in Commissione, ci si è però accorti che mancava una presenza “piena” dell’avvocatura: l’unico avvocato in programma, Stefano Preziosi, interverrà infatti in qualità di professore ordinario di diritto penale.
Si è quindi deciso di inserire una figura aggiuntiva, con un vincolo: non modificare il preventivo, già approvato e pari a poco più di seimila euro. L’ipotesi ritenuta più praticabile è stata quella di individuare una donna, data l’alta presenza di relatori di sesso maschile, che non comportasse spese ulteriori e, dunque, già a Roma. La scelta è così caduta sull’avvocata Irma Conti, componente dell’Ufficio del Garante, che comparirà quindi nel programma accanto al presidente Riccardo Turrini Vita, nella sessione dal titolo “Il carcere oggi: pene sostitutive, lavoro intramurario ed extramurario, differenziazione dei trattamenti, gestione del disagio mentale”.
Interpellato dal Dubbio, il consigliere Cosentino ha confermato che l’assenza di Serio è stata il risultato di una «involontaria gaffe» e non di una decisione intenzionale. «La formazione del convegno è stata laboriosa – ha evidenziato –. Una volta approvata la delibera, ci siamo resi conto che c’era un solo avvocato, presente però come rappresentante dell’Accademia. Ci è sembrato il caso, dunque, di integrare il programma, ma a preventivo invariato, perché ormai era impossibile intervenire da quel punto di vista. Quindi abbiamo optato per Conti. Convengo che ex post possa apparire come una logica discriminatoria – ha aggiunto – e mi dispiace molto per questa involontaria gaffe nei confronti del professore Serio, al quale va tutta la mia stima». Cosentino ha poi confermato l’impossibilità di integrare il programma, una volta reso pubblico.
Serio, da parte sua, ha espresso il proprio disappunto. «Non riuscendo ad immaginare specifiche ragioni di dubbio sul carattere involontario della propria esclusione – unico dei componenti il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà – dal novero dei relatori nel convegno del 4 dicembre organizzato proprio dal Csm per celebrare i 50 anni di vita dell’ordinamento penitenziario – ha commentato al Dubbio –, non posso tacere la grande amarezza per la mancata considerazione della propria presenza, che avrebbe consentito una più diffusa rappresentazione di posizioni ideali ed avrebbe costituito l’ambito riconoscimento del servizio già prestato come consigliere superiore. Non posso non confidare nel fatto che il Consiglio sappia presto dar modo ad un predecessore di fornire il proprio contributo all’importante attività svolta dalla commissione speciale sui problemi penitenziari» .


