«Mi avete cercato per un mese, oggi sono qui invece di andare a cogliere le olive e mi richiamate a 7 minuti per il mio intervento?». Non meraviglia l'ironia pungente di Nicola Gratteri, protagonista della mattinata in Cassazione dove l'Anm è riunita per lanciare la campagna referendaria contro la riforma costituzionale della separazione delle carriere. Lo slogan scelto è "Giusto dire No". È il procuratore capo di Napoli però a fornire consigli sulla comunicazione: «Basta fare convegni con avvocati e professori. Non perdete tempo a parlare con 150 persone. Andate dappertutto, nelle università, nella società civile. Io mi sveglio al mattino e ho sei giornali contro. Voi nessuno» a sostenere la causa. «E allora andate tra la gente a spiegare con i 400 vocaboli che conoscono» la contrarietà alla riforma. Sforando il tempo a disposizione seppur richiamato dalla sua collega Paola Cervo che ha chiesto "rispetto" Gratteri ha proseguito: «C'è stato un momento in cui ho pensato al sorteggio» ma «oggi abbiamo dinanzi un pacchetto unico e la posta in gioco è troppo alta». E «non credete a chi vi dice che il referendum è perso, ci sono solo sei punti di distacco tra i Sì e i No».

Consigli di comunicazione sono arrivati anche da Gianrico Carofiglio: «Occorre raccontare storie in cui i cittadini si possono immedesimare» lasciando da parte «gli argomenti congetturali come la sottoposizione in futuro del pm all'Esecutivo perché è facile da controbattere».

Standing ovation per il giornalista Sigfrido Ranucci giunto a sorpresa a piazza Cavour. Ma la giornata si è aperta con gli interventi di Cesare Parodi e Rocco Maruotti, rispettivamente Presidente e Segretario dell'Anm.

Il primo ha fatto un appello alla sua comunità: «Basta difenderci, dobbiamo invece ricordare il progresso che abbiamo portato nella società con le nostre decisioni» in tema ambientale o giuslavoristico, ad esempio. Ha poi voluto ricordare: «Il nostro primo intendimento è quello di far capire a tutti - anche a chi non lo vuole capire - che noi non facciamo una battaglia politica. È facile inquadrare il problema su un tema politico, invece noi non facciamo battaglie politiche».

Ha poi concluso: «I colleghi che saranno sorteggiati saranno tutti sostanzialmente riferibili a dei gruppi e quindi evidentemente il problema che si dice di voler risolvere delle correnti non sarà certamente risolto». Il secondo invece è stato applaudito quando richiamando la disiscrizione dall'Anm di Nino di Matteo «giunta qualche giorno fa tramite un comunicato» ha detto che «la miglior risposta è arrivata con tanti giovani magistrati che si sono iscritti per essere presenti in questa assemblea».

Maruotti hai poi replicato a chi ha accusato l'Anm di aver tenuto sabato un evento nel palazzo di Giustizia a Napoli e di appropriarsi delle sedi giuridiche per fare propaganda: «Il luogo è giusto perché i lavoratori fanno assemblee nei loro luoghi di lavoro, come giustamente hanno fatto gli avvocati quando nel 2017 in questi stessi luoghi hanno raccolto le firme» per la proposta di legge sulla separazione delle carriere.

Dibattendo poi sulle critiche continue che la magistratura sta ricevendo in questi mesi - «ci hanno detto che siamo dei Killer e stiamo aspettando le scuse invano» - Maruotti ha concluso tra gli applausi: «Il passo dalla delegittimazione all'azione violenta rischia di essere breve, come accaduto a Ranucci».