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L'ex procuratore Venditti entra in tribunale a Brescia per il Riesame, a destra Lovati ex legale di Andrea Sempio
Colpo di scena nel caso Garlasco. Andrea Sempio, nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, ha revocato l’incarico al suo legale, l’avvocato Massimo Lovati.
Le frasi contestate e la polemica in tv
Durante la diretta con Nuzzi a “Dentro La Notizia”, l’avvocato aveva suscitato polemiche definendo la famiglia Sempio «ignorante in materia giuridica» e sostenendo che «offendere i miei clienti è a volte una strategia difensiva vincente», utile – secondo lui – a “fare presa sui giudici”. Parole che hanno immediatamente provocato malumori e imbarazzo nel team difensivo e un deterioramento del rapporto fiduciario con il suo assistito. Lovati ha poi risposto alle polemiche sui presunti compensi ricevuti: «Non ho preso 30mila euro, semmai un terzo. E comunque avevo diritto a molto di più: otto mesi di lavoro per un caso simile valgono almeno 130mila». Infine, interrogato da Nuzzi sul suo ruolo di testimonial per una clinica odontoiatrica in Albania, ha spiegato: «Ho firmato un contratto, mi hanno messo gli impianti e quando mi chiederanno di fare il testimonial lo farò. Non c’è incompatibilità, è pubblicità indiretta».
L’ex procuratore Venditti davanti al Riesame
Sul fronte giudiziario, si è presentato questa mattina al Tribunale di Brescia l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Domenico Aiello. Il magistrato, oggi indagato per corruzione in atti giudiziari, chiede l’annullamento del decreto di perquisizione e sequestro dei suoi dispositivi elettronici (tre smartphone, due pc, due iPad, due hard disk e due chiavette USB), disposto dalla pm Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete il 16 settembre scorso.
Venditti è accusato di aver ricevuto una somma indebita di denaro tra i 20 e i 30mila euro per favorire Sempio nella prima indagine sul delitto di Garlasco, chiusa nel marzo 2017 con una richiesta di archiviazione poi accolta dal gip Fabio Lambertucci.
L’appunto “Venditti GIP archivia” e le “anomalie investigative”
L’indagine a carico di Venditti nasce dal ritrovamento di un appunto manoscritto, datato erroneamente “4 febbraio 2016”, rinvenuto lo scorso 14 maggio a casa dei genitori di Sempio (non indagati), con la dicitura: “VENDITTI GIP ARCHIVIA X 20.30 euro”.
Secondo gli inquirenti, quel biglietto — insieme a presunte omissioni nelle trascrizioni delle intercettazioni e alla breve durata dell’interrogatorio di Sempio del 10 febbraio 2017 — costituirebbe un indizio di un rapporto irregolare tra l’allora procuratore e la difesa del giovane.
Un procedimento che riapre vecchie ferite
L’indagine odierna affonda le radici nel fascicolo riaperto a fine 2016 su istanza della madre di Alberto Stasi, Elisabetta Ligabò, che aveva commissionato un’indagine privata alla società SKP. Il rapporto indicava Sempio come possibile responsabile alternativo dell’omicidio di Chiara Poggi, ipotesi che la Procura generale di Milano definì già allora «priva di ogni razionalità e plausibilità». Il fascicolo fu trasmesso a Pavia e archiviato una settimana dopo la richiesta di Venditti, ma oggi — a distanza di otto anni — quella decisione è al centro di un’inchiesta per corruzione che minaccia di scuotere nuovamente il sistema giudiziario pavese.