La tregua tra Israele e Hamas entra nella fase operativa. Durante la notte e nella mattinata di oggi, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno iniziato il ritiro verso le linee di schieramento concordate all’interno della Striscia di Gaza, in attuazione dell’accordo di cessate il fuoco raggiunto con la mediazione americana. Lo ha confermato la radio militare israeliana, precisando che alcune unità sono già state completamente ritirate, mentre altre resteranno a presidiare le nuove linee di sicurezza lungo i confini.

Secondo quanto riportato da Ynet e confermato da fonti militari, il ritiro dovrebbe concludersi entro la serata, cioè entro 24 ore dalla ratifica ufficiale della tregua da parte del governo israeliano. Al termine delle operazioni, l’Idf manterrà il controllo del 53% della Striscia, concentrato in aree non urbane e nei punti strategici: una zona cuscinetto lungo tutto il confine di Gaza; il Corridoio di Filadelfia, al confine con l’Egitto; le aree di Beit Hanoun e Beit Lahiya nel nord; una fascia orientale nei pressi di Gaza City e parte delle regioni meridionali di Rafah e Khan Yunis.

Il ritiro – secondo l’emittente – è avvenuto in alcune zone sotto copertura di bombardamenti di artiglieria e raid aerei, per garantire la sicurezza dei convogli militari. Sul fronte politico internazionale, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha accolto con favore la firma dell’accordo, definendolo “una buona notizia per tutto il Medio Oriente”.

«Ringrazio il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per la sua iniziativa e i partner in Qatar, Egitto e Turchia per la mediazione. Il governo israeliano ha aperto la strada alla pace. Ora serve una rapida attuazione», ha dichiarato Merz. Il cancelliere ha sottolineato l’urgenza di liberare tutti gli ostaggi, inclusi cittadini tedeschi, e di garantire l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. «Questi primi passi verso la pace sono un grande successo su cui costruire il futuro della regione».

Merz ha annunciato che la Germania è pronta a partecipare al Consiglio di pace proposto da Trump, impegnandosi a sostenere le riforme dell’Autorità nazionale palestinese e a rafforzare le missioni dell’Unione europea per la formazione delle forze di polizia palestinesi e delle guardie di frontiera. Un messaggio che conferma la volontà di Berlino di mantenere un ruolo di primo piano nella fase di stabilizzazione post-tregua, in coordinamento con Washington e Bruxelles.

Gli Houthi: «Osserveremo la tregua, ma restiamo in allerta»

Dal fronte yemenita arriva invece il monito del movimento Ansar Allah (Houthi), sostenuto dall’Iran, che annuncia di voler verificare l’effettiva applicazione della tregua prima di sospendere le proprie operazioni contro Israele. «Resteremo in stato di massima allerta e piena prontezza, monitorando con attenzione la fase di attuazione dell’accordo», ha dichiarato il leader Abdul Malik al Houthi all’agenzia Saba. Il movimento intende verificare che l’intesa garantisca davvero la fine dei bombardamenti, l’ingresso degli aiuti umanitari e la cessazione delle azioni israeliane nella Striscia. «Se Israele riprenderà gli attacchi, risponderemo con forza», ha aggiunto Al Houthi, sottolineando la volontà di “potenziare le capacità militari” del gruppo per affrontare eventuali nuovi scenari bellici.