Ekrem Imamoglu, ex sindaco di Istanbul e figura di spicco dell’opposizione turca, è stato rinviato a giudizio con accuse che potrebbero costargli tra 828 e 2.430 anni di reclusione. La decisione è stata presa questa mattina dal giudice competente, accogliendo la richiesta avanzata dal pubblico ministero della metropoli sul Bosforo. Insieme a lui sono state rinviate a giudizio altre 402 persone, di cui 105 già detenute, tutte sospettate di far parte di una «associazione a delinquere con struttura gerarchica» che, secondo l’accusa, avrebbe Imamoglu al vertice.

Secondo la ricostruzione della Procura, l’organizzazione avrebbe preso il controllo dell’assegnazione degli appalti pubblici, gestito la riscossione di tangenti e compiuto atti di peculato e concussione. Un impianto accusatorio pesantissimo che, se confermato, configurerebbe una delle più vaste operazioni giudiziarie degli ultimi anni in Turchia.

Imamoglu è una delle figure maggiormente rappresentative del Partito repubblicano del popolo (Chp). Eletto per la prima volta sindaco di Istanbul nel 2019, riportando la città sotto la guida dell’opposizione dopo 25 anni, era stato indicato dal suo partito come sfidante di Recep Tayyip Erdogan nelle presidenziali del 2018. Per molti analisti, è uno dei pochi politici in grado di mettere realmente in difficoltà il presidente turco, al potere dal 2014.