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GIUSEPPE CONTE M5S
Una parte del Pd spinge per allentare l’abbraccio con il M5S, e una parte del M5S spinge per fare lo stesso con il Pd. È il risultato, nemmeno troppo difficile da prevedere, del primo tempo delle Regionali d’autunno, con le sconfitte del campo largo in Calabria e Marche e la vittoria in Toscana, che pure ha evidenziato un risultato pentastellato ben al di sotto delle aspettative.
E così cominciano i distinguo, non solo tra i riformisti dem e la dirigenza del Nazareno, con la richiesta di «chiarimenti» sul posizionamento europeo e atlantista della coalizione, ma anche tra gli stessi pentastellati, con la vicepresidente Chiara Appendino che ieri ha minacciato le proprie dimissioni se non cambia la linea sull’alleanza.
L’ex sindaca di Torino ha auspica che M5S e Pd possano restare alleati pur mantenendo ciascuno la propria identità, che è esattamente quel che è successo ieri alla Camera con il voto sul rinnovo del Memorandum d’intesa Italia-Libia per la gestione delle migrazioni.
Montecitorio ha infatti approvato la mozione della maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati) in cui si chiede al governo di impegnarsi per «proseguire la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti di immigrati e di prevenzione delle partenze dalla Libia, fondata sul Memorandum del 2017, procedendo al rinnovo dello stesso».
E tuttavia l’attenzione va posta sul comportamento delle opposizioni, visto che Pd, Avs, Iv e Più Europa ne hanno presentata una e il M5S un’altra: la prima, che chiedeva all’esecutivo di «non procedere a nuovi rinnovi automatici del Memorandum d’intesa del 2017 con la Libia, sospendendo immediatamente ogni forma di cooperazione tecnica, materiale e operativa che comporti il ritorno forzato di persone verso il territorio libico» è stata bocciata con 74 voti favorevoli, 151 contrari e 44 astenuti; la seconda è stata bocciata con 37 voti favorevoli, 157 contrari e 81 astenuti.
Alla mozione della maggioranza hanno votato contro Pd, Avs, Iv, Più Europa e M5S. Azione, invece, si è astenuta, posizione tenuta dal partito di Carlo Calenda in tutte tre le mozioni. Quanto alla mozione della segreteria dem, tra gli astenuti figurano anche i pentastellati, che hanno visto “ricambiato il favore” per la loro mozione dal Pd, Avs e Italia viva e da una parte di Più Europa. Ma già la sola presentazione di due mozioni diverse testimonia la differenza di vedute sul tema, esplicitata anche dagli interventi in Aula.
«Questo rapporto va interrotto, bisogna rendersi conto nel governo e nel Parlamento che questo accordo porta con sé costi elevatissimi, scarsa trasparenza e la violazione sistematica dei diritti umani, della legge europea, dei diritto internazionale», ha detto la deputata dem Ouidad Bakkali», mentre per i pentastellati l’intesa non va sospesa ma rinegoziata. «Siamo contrari all’approccio securitario della destra di governo ma neppure crediamo si possa eliminare improvvisamente questo memorandum, perché si creerebbero ulteriori problemi con una elefantiasi di tentativi di solcare il mare con disperati fuori controllo ha spiegato la deputata M5S Ida Carmina La nostra è la terza via, non la chiusura cieca della destra ma nemmeno una apertura indiscriminata che è contraria agli interessi dei migranti».
Una presa di posizione solitaria, quella del M5S, visto che anche Avs, Più Europa e Iv hanno chiesto lo stralcio del testo. «È arrivato il momento di stracciare una volta per tutte questo Memorandum, perché è la storia di un gigantesco fallimento», ha commentato il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, mentre per il segretario di Più Europa Riccardo Magi «se all’inizio poteva esserci l’illusione che questa forma di cooperazione con poteri paramafiosi avrebbe portato alla stabilizzazione, ora possiamo dire che non c’è stata alcuna stabilizzazione».
Sulla stessa lunghezza Mauro Del Barba di Iv, secondo il quale «purtroppo i fatti di questi anni ci hanno mostrato come questo accordo non stia producendo i risultati attesi in termini di arresto o, comunque, contenimento dell'immigrazione proveniente dalla Libia, ma, soprattutto, stia producendo orrori rispetto a come vengono trattati i migranti».