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L'ex pm Mario Venditti
Si basa su aspetti complessi il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Brescia dall'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. L'ex magistrato è indagato per corruzione in atti giudiziari con l'accusa di aver favorito, nel 2017, l'archiviazione di Andrea Sempio, oggi nuovamente indagato per concorso nell'omicidio di Chiara Poggi.
Il legale di Venditti ha illustrato all'Adnkronos i quattro punti chiave del ricorso contro il decreto di perquisizione e sequestro eseguito lo scorso venerdì 26 settembre. Anzitutto, l'avvocato Aiello contesta «l'assenza dei gravi indizi» necessari per sostenere l'accusa di corruzione. In secondo luogo, il ricorso verte sulla «inesistenza dei motivi di urgenza per procedere a una perquisizione» d'urgenza.
La difesa ha inoltre messo in discussione l'operato della Procura di Brescia, sostenendo che non sussistessero «criteri o ragioni per ritenere presente una prova di un reato del 2017 negli apparati di Venditti», ossia nel cellulare, nei documenti o nel computer oggetto del sequestro. Per l'avvocato Aiello, il decreto firmato dal procuratore di Brescia Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola costituisce «un'attività esplorativa e arbitraria con cui si vuole violare la dimora e la privacy di un privato cittadino».
La Procura di Brescia sostiene che l'ex magistrato avrebbe ricevuto una somma compresa tra i 20 e i 30 mila euro dalla famiglia Sempio per pilotare l'archiviazione dell'indagine sul trentasettenne. L'atto della Procura fa riferimento a bonifici, «rapporti opachi e chat 'dimenticate'», e il Riesame sarà cruciale per svelare l'eventuale presenza di ulteriori elementi a carico di Venditti. La difesa dei Sempio, che non sono indagati, sostiene invece che i contanti prelevati servissero per pagare i legali.
La difesa Sempio cambia consulente: subentra un ex capo della Mobile romana
Parallelamente alla battaglia legale che coinvolge l'ex magistrato, si registra un colpo di scena nella difesa di Andrea Sempio, l'uomo accusato di concorso nell'omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
Armando Palmegiani, in pensione dallo scorso marzo dopo trentotto anni di servizio nella Polizia di Stato – di cui trenta alla Scientifica e gli ultimi sette alla Squadra mobile di Roma, sezione omicidi – è subentrato all'ex generale del RIS di Parma, Luciano Garofano, il quale ha lasciato l'incarico per divergenze con i legali dell'indagato.
Palmegiani ha accettato la «sfida» dichiarando all'Adnkronos che «gli elementi a carico di Andrea Sempio mi hanno da sempre lasciato molto perplesso», in quanto ritiene che «non siano solidi». Il nuovo consulente, che nel corso della sua carriera ha lavorato su casi di alto profilo come l'omicidio di Sara Di Pietrantonio e gli approfondimenti sulla bomba di via dei Georgofili, ha concluso: «È un incarico complesso, ma non mi sembra che ci siano grandi elementi probatori contro Sempio». La sua nomina si inserisce in una fase processuale che richiederà competenze specialistiche, dall'incidente probatorio che riguarda la parte dattiloscopica e la BPA (Bloodstain Pattern Analysis), fino al fronte più investigativo.