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Il clima attorno al referendum sulla separazione delle carriere continua a surriscaldarsi. Negli ultimi giorni il procuratore di Napoli Nicola Gratteri è finito al centro di critiche insistenti per le sue posizioni sul “No” alla separazione delle carriere, al punto da provocare la reazione ufficiale dell’Associazione nazionale magistrati.
La solidarietà dell’Anm al procuratore di Napoli
In una nota diffusa dalla Giunta, l’Anm ha espresso pieno sostegno a Gratteri definendo «ingiustificati» gli attacchi personali arrivati in queste settimane. L’associazione ha ricordato che il contributo tecnico dei magistrati al dibattito pubblico ha l’unico scopo di fornire ai cittadini elementi utili in vista del voto referendario, rivendicando il diritto alla partecipazione e al confronto. Una posizione netta, che sottolinea come la magistratura associata percepisca la pressione politica di queste settimane come un rischio per la serenità del confronto.
Il “caso Falcone”: le contestazioni de Il Dubbio
Parallelamente alla nota dell’Anm, è esploso il dibattito sulle parole di Giovanni Falcone richiamate da Gratteri. Secondo un’analisi de Il Dubbio, firmata dal direttore Davide Varì insieme al giornalista Damiano Aliprandi, il procuratore avrebbe citato in modo decontestualizzato un intervento del magistrato palermitano del maggio 1992. Il quotidiano contesta a Gratteri di aver utilizzato un breve passaggio per far apparire Falcone contrario alla separazione delle carriere. Ma l’intervento integrale – pubblicato dal giornale – riguarderebbe tutt’altro: l’autonomia della magistratura dalla politica e, allo stesso tempo, il dovere della magistratura di non essere separata dal resto delle istituzioni.
Nel discorso Falcone spiegava infatti che il pm è un organo giudiziario con una «regolamentazione differente» da quella del giudice, non per assoggettarlo al potere esecutivo ma per garantirne autonomia ed efficienza. E aggiungeva che non è possibile «una meccanicistica separatezza» tra poteri dello Stato, concetto estraneo al tema odierno del referendum. Per Il Dubbio, dunque, il parallelo tracciato da Gratteri sarebbe improprio.


