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Chiara Poggi
La nuova fase dell’incidente probatorio sul caso Garlasco si apre con una netta presa di posizione della difesa di Andrea Sempio, che interviene sulle anticipazioni fornite dalla genetista Denise Albani riguardo al profilo biologico rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi. I legali smontano l’impatto delle prime tabelle biostatistiche, definendole incomplete e incapaci di individuare una singola persona.
Le contestazioni dei legali: «Solo dati biostatistici, nessuna prova individuale»
Gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Tccia, insieme ai consulenti Marina Baldi e Armando Palmegiani, ridimensionano il significato delle anticipazioni: «Le indiscrezioni riguardano meri dati biostatistici e non una perizia completa. Anche ove fossero correttamente interpretati, non saremmo né sorpresi né preoccupati: confermano che non è una comparazione individualizzante e che il Dna è misto».
Secondo la difesa, il campione ottenuto dalle unghie della vittima è troppo degradato, frammentario e mescolato per assumere un valore probatorio diretto: «Se venisse confermato che l’autore dell’omicidio è uno, non avrebbe già per questo alcun valore».
Albani: «Aplotipo misto non consolidato, non attribuibile a un singolo»
Le anticipazioni arrivate alle parti tramite pec confermano quanto la stessa perita aveva dichiarato in aula il 26 settembre: il Dna è un “aplotipo parziale misto, degradato e di bassa intensità”, dunque non consolidato.
Albani aveva spiegato chiaramente il limite dell’analisi: «Non potrò mai dire che quel profilo è di Tizio: è concettualmente sbagliato essendo un aplotipo. La sola deduzione possibile è un contesto familiare di appartenenza, non l’individuazione di una singola persona».
Nelle tabelle trasmesse, infatti, la genetista ha illustrato solo passaggi statistici e soglie di comparazione, senza depositare la relazione conclusiva, attesa nei primi giorni di dicembre.
Compatibilità con la linea paterna Sempio, ma profilo non ripetibile
Secondo quanto filtrato, l’aplotipo rinvenuto sarebbe compatibile con la linea maschile della famiglia Sempio, ma si tratta di una compatibilità parziale, priva degli elementi necessari per attribuire il profilo ad Andrea Sempio in modo individuale. La stessa perita ha chiarito che la parzialità del campione lo rende non riproducibile: ripetendo l’analisi, la corrispondenza può variare, a differenza di quanto accaduto per la garza, dove il profilo genetico risultò stabile e interpretabile.
La difesa: «Mancano risposte decisive: come e quando avvenne il contatto?»
Per i legali resta centrale una domanda: la traccia si formò per contatto diretto tra Chiara e il suo aggressore o tramite un oggetto condiviso? Senza chiarire questo punto, sostengono gli avvocati, nessuna deduzione può essere considerata probante. «Mancano i dati decisivi: non sappiamo se il contatto sia avvenuto fra i due corpi o tramite un oggetto, né quando. Senza queste risposte ogni valutazione è affrettata», osserva il pool difensivo.


