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Il ministero della Giustizia avvia un (nuovo) monitoraggio sugli affidi in Italia. Non era bastata la Commissione istituita a seguito del caso Bibbiano, che aveva accertato l’assoluta normalità della situazione italiana - anzi, addirittura, numeri sotto la media europea. Il caso dei bambini nel bosco ha scatenato una nuova ondata di paura, spingendo gli uffici di via Arenula a chiedere ai Tribunali per i minorenni di comunicare il numero di allontanamenti, con collocamento in strutture residenziali o case famiglia, degli ultimi tre anni. Anni che hanno risentito dell’effetto Bibbiano, con una riduzione drastica delle famiglie affidatarie e un ovvio aumento dei collocamenti in strutture, dove i costi sono decisamente più alti.
Eppure, la situazione prima del ciclone “Angeli e Demoni” - che teorizzava un sistema sconfessato dal processo - era molto chiara: la Commissione parlamentare messa in piedi dall’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sull’onda dell’indignazione populista aveva fatto emergere che l’Italia è il Paese con il minor numero di allontanamenti in Europa. Un dato non necessariamente positivo, dal momento che potrebbe indicare un vuoto di tutela, come ipotizzato dall’Onu. «I dati sui minori fuori famiglia relativi all'Italia - si legge nella relazione finale, che causalmente passò sottotraccia - indicherebbero una minore propensione all'allontanamento (2,8 per mille, a fronte del 10,5 della Germania, del 10,4 della Francia e del 6,1 del Regno Unito)». Insomma, nessuna emergenza. Se non fosse che il marasma suscitato da quelli che gridavano “Parlateci di Bibbiano” ha provocato l’effetto opposto auspicato dai politici di allora, gli stessi che, oggi, gridano allo scandalo.
La verve polemica è però scemata - almeno in apparenza - dopo la rinuncia dell’avvocato Giovanni Angelucci al mandato difensivo della famiglia Trevillion-Birmingham. La decisione è stata annunciata ieri dal legale, consigliere della Lega a Francavilla al Mare, che era già subentrato ad una collega. Angelucci ha spiegato di aver preso tale decisione alla luce dei rifiuti, in particolare del padre dei tre bambini, Nathan, alle proposte da lui suggerite. Il padre dei tre minori - due gemelli di sei anni e una bambina di nove - mercoledì ha rifiutato di effettuare il sopralluogo proposto dal legale di un’abitazione distante pochi chilometri dalla loro, «messa a disposizione a titolo gratuito da un imprenditore nel campo della ristorazione di Ortona originario di Palmoli». Anche il sindaco Giuseppe Masciulli aveva offerto, gratis, una casa in centro. «Tuttavia - ha sottolineato il legale - nessuna delle due ipotesi pare andasse bene ai coniugi». Angelucci, in una nota, ha parlato di «ingerenze esterne» sulla famiglia, tali da incrinare «la fiducia posta alla base del rapporto professionale che lega avvocato e cliente».
E sempre mercoledì il legale avrebbe dovuto ottenere una firma dal padre per depositare presso il genio civile un progetto di ristrutturazione straordinaria dell’immobile, ma per i coniugi «simili lavori sarebbero stati per loro troppo invasivi e impattanti». Sempre mercoledì, un geometra del posto «si è recato presso la “casa del bosco” insieme a un rappresentante della ditta Ssap San Salvo Appalti Spa disposta ad eseguire i lavori di ristrutturazione a sue cure e spese: tuttavia pare che pure questa offerta sia stata respinta dal signor Trevillion». La coppia avrebbe anche rifiutato l’incontro con la specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale con la quale il legale aveva preso appuntamento «al fine di poter fornire ai coniugi Trevillion-Birmingham un supporto tecnico scientifico in tal senso, ove necessario nel corso del futuro giudizio».
Tutti passaggi «imprescindibili ai fini della predisposizione del ricorso per reclamo in scadenza», motivo per cui, «con mio sommo malincuore ho ritenuto doveroso e necessario rinunciare al mandato difensivo - ha proseguito Angelucci -, non potendo in tutta coscienza e nel rispetto della deontologia professionale impostare una difesa monca e non aderente alla linea difensiva che io avevo indicato e concordato già da tempo con i miei assistiti». A depositare l’opposizione all’ordinanza del Tribunale dei minori, con termine 29 novembre, saranno gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, che hanno assunto il mandato ieri.
Dopo le dimissioni del legale, dunque, la polemica politica sembra essersi almeno momentaneamente placata. Anche se il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto gli atti per valutare l'invio degli ispettori in Tribunali. Una richiesta che non convince Claudio Cecchella, professore ordinario di Diritto processuale civile e di Diritto processuale della famiglia presso l’Università di Pisa, presidente dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia. «Lo Stato non può trascurare i diritti “indisponibili” dei minori e non esiste libertà dei genitori che possa impedire il rispetto dei principi fondanti la tutela del minore», ha dichiarato.
«Non si può non constatare che per le particolarità del caso avrebbero potuto essere adottate misure ben più severe», ha aggiunto Cecchella, ma il Tribunale ha deciso di adottare «una misura minore, quale la sospensione, che, a fronte dell’emersione di fatti nuovi e circostanze che assicurino un corretto esercizio della responsabilità genitoriale nella direzione degli interessi dei minore, potrebbe essere in ogni momento oggetto di revoca o modifica - aggiunge -. Non vi è quindi ragione per scatenare un’ondata di critica irrazionale che ha prodotto come risultato una altrettanto grave reazione violenta nei confronti dei magistrati, che va biasimata alla pari di chi ha ritenuto di commentare il provvedimento, senza conoscerne i contenuti». Insomma, proteggere i bambini non significa cedere alla paura, ma agire con giustizia e razionalità.


