PHOTO
DONALD TRUMP PRESIDENTE USA
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, torna ad alzare i toni contro la stampa americana. In un lungo post su Truth Social, ha accusato Nbc e Abc di essere «una vera minaccia per la democrazia» e ha minacciato di chiedere la revoca delle licenze. «Nonostante un'altissima popolarità e, secondo molti, tra i migliori otto mesi della storia presidenziale, Abc e Nbc fake news, due delle reti peggiori e più faziose della storia, danno il 97% di notizie negative su di me», ha scritto il presidente.
Trump ha definito le due emittenti «un ramo del Partito Democratico», rilanciando l’idea che la Commissione Federale delle Comunicazioni debba «revocare loro le licenze». In alternativa, ha proposto che «paghi(ino) milioni di dollari all’anno per il privilegio di usare le onde più preziose in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento». Il presidente ha concluso con un attacco diretto: «Il giornalismo corrotto non dovrebbe essere ricompensato, ma sradicato».
Guardia Nazionale armata a Washington
Parallelamente, Trump ha autorizzato l’uso delle armi per i 2.200 membri della Guardia Nazionale dispiegati a Washington, attivati con la giustificazione di contrastare «livelli fuori controllo di criminalità». Secondo le disposizioni, i militari potranno sparare «solo come ultima risorsa» in caso di «minaccia imminente di morte o gravi lesioni».
La decisione ha provocato forti polemiche, soprattutto perché i dati ufficiali mostrano un calo della criminalità nella capitale. La sindaca democratica Muriel Bowser ha replicato: «La città registra i tassi di criminalità più bassi degli ultimi trent’anni». Nonostante ciò, i soldati sono ormai visibili anche in aree turistiche non considerate a rischio.
Trump starebbe valutando misure analoghe per Chicago, guidata dal sindaco democratico Brandon Johnson, che ha definito l’ipotesi «illegittima» e «non coordinata». «Schierare illegalmente la Guardia Nazionale rischia di esasperare le tensioni tra i residenti e le forze dell’ordine», ha avvertito Johnson, ricordando che i principali reati sono «significativamente diminuiti nell’ultimo anno».
Vertice con la Corea del Sud
Sul fronte internazionale, Trump ha accolto alla Casa Bianca il presidente sudcoreano Lee Jae Myung. Dopo l’incontro nello Studio Ovale, i due leader hanno discusso di sicurezza, commercio e strategie comuni per rafforzare l’alleanza di fronte alla crescente assertività della Cina.
Secondo la Casa Bianca, l’amministrazione Trump punta a «modernizzare» i rapporti con Seul, rendendoli più bilanciati e solidi nel quadro della sicurezza indo-pacifica.
L’ultimatum a Putin
Infine, Trump è tornato a parlare del conflitto in Ucraina, definendo «inaccettabile» il raid russo che ha colpito un’azienda americana nel Paese. «Gli ho detto che non sono contento. E non sono contento di nulla che abbia a che fare con quella guerra», ha dichiarato il presidente.
Davanti ai giornalisti, Trump ha lasciato intendere che deciderà a breve la linea da seguire con Mosca: «Tra due settimane sapremo che direzione prenderò. Darò a Putin un paio di settimane per accettare l’incontro. Credo che allora sarà chiaro se imporre sanzioni massicce o dire: è la vostra battaglia».
Un messaggio che conferma l’ambivalenza della sua strategia: mantenere alta la pressione su Mosca, ma senza chiudere la porta a un negoziato diretto.