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Emergenza carceri in Italia
Il dramma delle carceri italiane torna al centro del dibattito politico, mentre la tensione tra governo e opposizione si fa sempre più aspra. A lanciare l’ennesimo allarme è il senatore Pd Walter Verini, che in un’intervista a Repubblica attacca duramente l’esecutivo: «C’è un governo intriso del salvinismo del ‘buttiamo via la chiave’ e di delmastrismo, con un sottosegretario che è un profilo di incostituzionalità ambulante. Il quadro è gravissimo».
Verini rilancia la proposta di una liberazione anticipata speciale, accompagnata da misure alternative e formazione professionale: «Non risolve tutto, ma salverebbe migliaia di persone da condizioni terribili». Non manca una stoccata al ministro della Giustizia Carlo Nordio, accusato di opporsi «alla realtà fatta di suicidi, sovraffollamento e precarietà strutturale. Ci vorrebbe poco, ma manca la volontà politica».
Sulla stessa linea anche il deputato dem Stefano Vaccari, che denuncia una situazione «catastrofica» nella casa circondariale di Modena: 586 detenuti a fronte di una capienza molto inferiore, celle con temperature oltre i 50 gradi e impianti elettrici obsoleti. Vaccari ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere un piano straordinario di intervento, sottolineando che «manca personale e si lavora in condizioni indegne per tutti, detenuti e operatori».
Anche il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasìa, si scaglia contro il governo: «Nordio continua a ripetere proposte inadeguate, mentre nelle celle si resta chiusi 20 ore al giorno. È ora di smetterla con l’ipocrisia: se vogliono più reati e più pene, servono nuove carceri, ma anche un provvedimento di amnistia e indulto che riporti dignità e umanità nelle prigioni italiane».
Alle critiche ha risposto il guardasigilli Carlo Nordio, ribadendo l’impegno dell’esecutivo su tre fronti: detenzione differenziata per tossicodipendenti, esecuzione della pena nei Paesi d’origine per gli stranieri, e strutture alternative per chi ha diritto a misure non detentive ma è privo di un domicilio idoneo.
«Il governo è già intervenuto – ha dichiarato Nordio – con 3 milioni di euro per il supporto psicologico, 132 milioni per il lavoro carcerario e l’assunzione di 4.000 nuovi agenti. Il vero nodo resta la custodia cautelare: oltre il 20% dei detenuti è in attesa di giudizio, e molti saranno assolti. La riforma è necessaria».
Resta sullo sfondo il monito del Presidente Mattarella, che ha richiamato tutti al rispetto dell’articolo 27 della Costituzione, secondo cui «le pene devono tendere alla rieducazione del condannato» e non possono consistere in trattamenti inumani. Parole che, per ora, sembrano restare inascoltate.