Agosto, tempo di vacanze, di riflessioni sulla condizione dei detenuti nelle carceri e anche di esposti alla Procura della Repubblica. Come un anno fa, al centro dell’iniziativa, questa volta dei Radicali Italiani, troviamo il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Il segretario dei Radicali Italiani, Filippo Blengino, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica «per chiedere di verificare se il ministro della Giustizia Carlo Nordio possa essere penalmente responsabile, anche a titolo di concorso omissivo, dei reati di istigazione o aiuto al suicidio in relazione all'emergenza suicidi nelle carceri italiane».

Una tesi molto audace, che con tutta probabilità è destinata a naufragare, in cui si intendono far combaciare responsabilità politica e responsabilità penale e tenere sempre accesi i riflettori su una vera e propria emergenza nazionale. Il guardasigilli, evidenzia Blengino, ha l’obbligo di prevenire e ridurre i rischi riguardanti la vita e la salute detenuti. L’esponente radicale sostiene che in riferimento alle emergenze connesse al pianeta carcere ci siano solo proclami e pochi interventi concreti.

«Le carceri italiane – commenta - sono diventate fabbriche di disperazione e morte. Nordio, pur conoscendo perfettamente la situazione, non ha adottato alcuna misura strutturale per ridurre il sovraffollamento e per garantire condizioni dignitose di detenzione. La sua inerzia, di fronte a un bollettino di guerra di suicidi, è inaccettabile. Nel solo 2025 si contano cinquantatré suicidi dietro le sbarre. Tra le vittime anche un minorenne, deceduto proprio oggi dopo essersi impiccato all’Istituto Penale Minorile di Treviso». Di qui la richiesta di intervento dell’autorità giudiziaria. «L'omessa adozione di misure idonee – conclude Blengino - riteniamo possa configurare una responsabilità penale per concorso nei suicidi, qualora venga provato il nesso causale. Non possiamo parlare di fatalità. È responsabilità politica e, riteniamo, penale».

Un anno fa, con un esposto di una decina di pagine, il direttivo di “Nessuno Tocchi Caino” – composto da Sergio D’Elia, Rita Bernardini, Elisabetta Zamparutti - e il deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti, chiesero di verificare eventuali profili di responsabilità penale, anche concorsuale, sempre a carico del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con l’aggiunta dei sottosegretari con delega alla giustizia e alle carceri, Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari. I firmatari della segnalazione all’AG evidenziarono in modo approfondito la situazione delle carceri italiane, denunciando non solo le responsabilità politiche e istituzionali dietro il sovraffollamento carcerario e le violazioni sistematiche dei diritti umani che ne derivano. Chiesero inoltre di valutare eventuali responsabilità penali a carico tanto del guardasigilli quanto dei sottosegretari.

In quella occasione si fece riferimento all’articolo 40 del Codice penale, secondo il quale «non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo». In particolare, si chiese di indagare su eventuali omissioni che hanno portato a violazioni dei diritti umani, suicidi e morti evitabili. Un’iniziativa finita su un binario morto e senza nessun riscontro. Un destino analogo potrebbe riguardare l’esposto dei Radicali Italiani, che hanno perlomeno cercato di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sui gravi problemi che affliggono il sistema penitenziario del nostro Paese in un periodo molto particolare dell’anno.