«È ora di fare meno chiacchiere». Non ha usato mezzi termini il deputato di Forza Italia Tommaso Calderone, membro della commissione Giustizia della Camera, davanti alla drammatica emergenza suicidi nelle carceri italiane. «È passato un altro anno – ha dichiarato – e continuiamo ad assistere a decine di detenuti che si suicidano. Non abbiamo risolto il problema e sono i freddi numeri a dirlo. Occorre riflettere sul tema della custodia cautelare, delle misure alternative e sulla liberazione anticipata. La certezza della pena deve essere indiscutibile ma è necessario mettere mano a tali riforme».

Un intervento che, nel clima già teso sul tema, non poteva restare senza risposta. A replicare è il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che ribadisce la linea dura: «Non è all’ordine del giorno per FdI qualsivoglia misura che eroda la certezza della pena e, in una maniera o nell’altra, che non risponda alle esigenze di giustizia per le vittime dei reati e di sicurezza per i cittadini». E rincara la dose: «Tutte le ricette finora proposte, come gli svuota-carceri, si sono rivelate fallimentari. La soluzione è un piano carceri, come quello del governo, che preveda spazi più confacenti».

Il botta e risposta fra gli alleati di governo diventa subito terreno fertile per l’opposizione. Roberto Giachetti (Italia Viva) definisce «spettacolo indegno e una manfrina» quanto accaduto: «Quando c’era in discussione l’anno scorso la liberazione anticipata, Forza Italia si era espressa a favore, poi è arrivato il fischio del comando e tutti sono rientrati a testa bassa. La prima dichiarazione di Calderone corrisponde all’assoluta realtà, poi evidentemente qualcuno gli ha corretto il tiro. Ma anche nella marcia indietro, di fatto, esprime un’autocritica: non stanno facendo nulla».

Sul presunto “svuota-carceri” il deputato di Italia Viva non risparmia fendenti: «Delmastro fa solo propaganda, è una posizione politico-amministrativa quanto meno retrograda, perché continua a parlare di svuota-carceri rispetto alla liberazione anticipata, che è in vigore da oltre 20 anni: è la legge Gozzini. Io propongo di estendere da 45 a 75 i giorni».

Calderone, intanto, chiarisce al Dubbio di non aver agito su input di partito: «La mia è un’iniziativa individuale. Non ho fatto nessuna dichiarazione in contraddizione con quelle del sottosegretario Delmastro, perché sono due piani diversi. È vero che il governo sta facendo molto per l’edilizia carceraria e per infoltire gli organici della polizia penitenziaria, ma il problema dei suicidi esiste ed è drammatico».

Un dramma reso ancora più evidente dall’ultimo episodio: un ragazzo di appena 17 anni, morto tre giorni dopo aver tentato di impiccarsi nel carcere minorile di Treviso. Il più giovane detenuto suicida del 2025, che porta il bilancio a 54 dall’inizio dell’anno. Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, accusa il governo di minimizzare: «Ogni singolo morto in carcere è la negazione del nostro ordinamento civile, è il fallimento dello Stato. Un ragazzino di 17 anni che si uccide mentre è affidato alla giustizia deve scuotere la coscienza di tutti. Non si permetta a nessuno di dire che siamo “sotto la media”: oltre cinquanta morti ad oggi sono una strage».

Parole che si inseriscono in un dibattito già acceso nei giorni scorsi, dopo che il ministero della Giustizia aveva giudicato “non allarmanti” i dati del Garante nazionale, scatenando le opposizioni e le associazioni attive nelle carcerari. Sul piano delle soluzioni, Calderone insiste sulla necessità di riforme mirate: «Su 62.000 detenuti, circa 15.000 sono in custodia cautelare: statisticamente il 50% verrà assolto. Significa 7.500 potenziali innocenti in carcere. Basterebbe lavorare sulla custodia cautelare: se ci fosse una legge, come il ministro Nordio ha annunciato più volte e su cui ho presentato una proposta, il tre quarti del problema sarebbe già risolto».

Il deputato forzista si dice in sintonia anche con il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Se si approvasse la legge sulla custodia cautelare e quella sulla liberazione anticipata, come vuole anche La Russa, il problema sarebbe risolto. Nel frattempo si potrebbero costruire le nuove strutture».

Ma Delmastro non arretra: «A coloro che si innamorano di misure alternative o clemenziali ricordo che sono nato circa 50 anni fa, quando c’era già sovraffollamento e mancavano 10.000 posti detentivi». Per Giachetti si tratta di un vero e proprio siluro nei confronti di La Russa del quale dice: «Va dato atto che da quando ha preso in mano questa questione si sta impegnando in questa moral suasion, incaricando anche la senatrice del Pd Anna Rossomando di studiare una proposta di legge.

Ma per il sottosegretario di FdI la via maestra resta una sola: «Stiamo realizzando un piano carceri con 750 milioni di euro di investimenti, cifra mai vista in Italia, già finanziata per recuperare 10.000 posti mancanti». Una chiusura granitica a ogni provvedimento di clemenza che, secondo diversi osservatori, è anche legata alla volontà del governo di non aprire fronti interni mentre è in corso la delicata riforma sulla separazione delle carriere, uno dei punti più sensibili dell’agenda della maggioranza.