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Giuseppe Conte, sullo sfondo Matteo Renzi
Il day after della vittoria di Ilaria Salis a Genova ha un sapore diverso nelle bocche dei partiti che hanno fatto parte della coalizione vincente. E cioè tutti quelli del “campo larghissimo”, da Avs a Iv, dal M5S ad Azione, passando per Pd e Più Europa, che la neo sindaca è riuscita a tenere insieme parlando di programmi prima che di persone, di temi prima che di accordi di partito.
Ma se c’è chi esulta senza pensare troppo al futuro, in primi il Pd che è tornato primo partito in città e Avs che si è ritrovata seconda forza della coalizione davanti anche al M5S, proprio le truppe di Giuseppe Conte, oltre ai centristi, stanno cercando di capire il da farsi, dal momento che proprio loro potrebbero essere i due litiganti in un’ipotetica coalizione pronta a sfidare il centrodestra alle prossime Politiche.
«Le vittorie di Genova e Ravenna sono la migliore premesse per il lavoro che stiamo facendo in vista delle importanti sfide regionali di autunno - ha commentato ieri Schlein a margine dell’assemblea di Confindustria - Ce la metteremo tutta perché uniti si vince». E di questo è pienamente convinto anche Matteo Renzi, il quale ormai dalla celebre “partita del Cuore” de L’Aquila ha deciso di sposare a pieno la battaglia “campolarghista”, consapevole che ciò vuol dire allearsi con il M5S, al grido di «è la politica, bellezze». Ieri lo ha ribadito nella consueta e- news, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa.
«Il centrosinistra unito vince, a condizione di avere buoni candidati e non avere veti - ha scritto l’ex presidente del Consiglio - La Meloni è forte sui socia e nelle redazioni ma non nei seggi elettorali: se si smette di litigare sul niente, alle prossime Politiche cambia la musica, e il nervosismo della Meloni è testimoniato dal fatto che sta disperatamente cercando di cambiare la legge elettorale».
È proprio guardando alle regole del gioco che Renzi punta a dimostrare come l’unico modo per battere il centrodestra è un’alleanza larga che veda tutti dentro, e pazienza se ciò implica allearsi con chi diceva che il Pd renziano a Bibbiano rubava i bambini con l’elettrochoc, chiedeva la messa in stato d’accusa per il presidente della Repubblica, insultava quotidianamente e personalmente i componenti dell’allora “giglio magico”.
Che poi a dire la verità Renzi un governo con i Cinque Stelle, nel quale Conte era addirittura presidente del Consiglio, ce l’ha già fatto, guarda caso facendolo tuttavia poi cadere nel giro di un anno e poco più.
Ma è proprio ricordando l'esperienza di quel governo che diversi renziani doc storcono il naso di fronte all’idea di un’alleanza organica nel campo largo alle prossime Politiche. Un conto sono gli scenari locali, dove si può trovare una quadra attorno a candidati non ostili, come successo a Genova con Salis, altro conto è fare un governo con Conte e compagnia, si ragiona dalle parti di Iv.
E gli altri centristi? Se Più Europa ha già messo in conto un’alleanza organica con Pd, M5S e Avs, nonostante la riluttanza dei contiani verso il referendum per la cittadinanza, cavallo di battaglia di Magi e i suoi, Azione è di tutt’altro avviso.
«Ogni città vive di suo. A Genova c’era una candidata riformista che non si è fatta trascinare dalle fantasie grilline e della sinistra. L’abbiamo sostenuta con convinzione dal primo momento perché è stata lei a interpretare un progetto per la città credibile e non ideologico - ha commentato il vicesegretario di Azione, Ettore Rosato - In più a Genova non si deciderà la politica estera o il sostegno all’Ucraina, non si discuterà di energia nucleare, di contributi a pioggia a tutti o di reddito di cittadinanza, non faremo la riforma della giustizia ma ci occuperemo dei problemi dei cittadini e dallo sviluppo della città guidati da una sindaca capace».
Come a dire che di allearsi con chi è contro l’invio di armi a Kyiv, contro il nucleare e a favore del reddito di cittadinanza non se ne parla nemmeno. E del resto Carlo Calenda lo ha sempre detto: «Mai al governo con i grillini». Chissà che anche lui, come già accaduto a Renzi, non si converta sulla via per palazzo Chigi.