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GIUSEPPE CONTE M5S, ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD
Si parlerà di riforma della giustizia e disuguaglianze, inverno demografico e ruolo dei progressisti. Ma soprattutto si parlerà del nuovo Pd, nella tre giorni di Montepulciano che da domani a domenica animeranno le galassie dem che ruotano attorno alla segretaria Elly Schlein. La quale infatti chiuderà i lavori, prendendosi i meriti per le vittorie in Puglia e Campania e lanciando di certo altri segnali di unità alla coalizione e di sfida al governo di Giorgia Meloni.
D’altronde, dal post Regionali la leader dem e il presidente M5S Giuseppe Conte si stanno confrontando sul futuro del campo largo, sul programma per presentarsi alle prossime Politiche, su chi dovrà guidare la coalizione che punta a battere l’attuale maggioranza di centrodestra. E se Schlein crede che spetti a lei la leadership naturale della coalizione, della quale guida il principale partito, dal canto suo Giuseppe Conte ha messo ieri alcuni puntini sulle i, delineando una sorta di road map che profuma molto come un tentativo di mandare le trattative per le lunghe, e prendere tempo.
Dopo aver annunciato una fase di ascolto e condivisione con cittadini, attivisti, esperti e addetti ai lavori, il leader M5S ha spiegato ieri a Repubblica che «metteremo generosamente a disposizione i risultati di questo processo nel confronto successivo con le altre forze politiche, per definire un’agenda di cambiamento del Paese che sia realmente nata dal basso». Ma senza fornire una dead line, perché «se deve essere un processo serio non può che durare alcuni mesi», visto che «non si può risolvere tutto in una kermesse di partito con qualche esperto invitato a parlare». Dunque un “tavolo” di coalizione per tirare le somme «potrebbe partire dopo l’estate», e «se l’agenda politica ci costringerà ad accelerazioni, non ci faremo trovare impreparati».
Soltanto alla fine di questo processo potrà avvenire, secondo l’ex presidente del Consiglio, la scelta su chi debba guidare la coalizione. «Alla fine del confronto con le altre forze politiche, valuteremo le modalità con cui scegliere chi sarà il frontman o la frontwoman più adatto a rappresentare questo progetto», ha concluso Conte. «La novità dell’intervista di Giuseppe Conte è che ci sarà il tavolo del programma della coalizione di centrosinistra. Lui dice dopo l’estate. A mio parere, è un po' tardi. Il lavoro va iniziato prima», ha risposto il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni.
Per Avs, lo aveva detto anche martedì Angelo Bonelli, i tempi però per mettersi al lavoro sul programma del centrosinistra vanno stretti. «Io ritengo che occorra cominciare il prima possibile», spiega Fratoianni interpellato alla Camera. Chi condivide il pensiero di Conte è invece il “guru” dem Goffredo Bettini, grande regista dell’avvicinamento tra Pd e M5S. «Ora va consolidata un’intesa, che definirei repubblicana, costituzionale, con tutte le forze del centrosinistra. E quando dico tutte, intendo dalle liste civiche fino alla sinistra più radicale. Comprese, certamente, l’area riformista e l’esperienza straordinaria di Alessandro Onorato che si sta espandendo in tutta Italia - ha detto ieri Bettini La premiership viene dopo, altrimenti si fa confusione. O si fa come la destra, il partito più grande esprime la premier o il premier, oppure con le primarie, che sono uno strumento democratico e aperto e chi perde non si “ingrugna”».
Tutti temi di cui si parlerà a Montepulciano, dove tuttavia la linea per il futuro della coalizione sarà chiaro: prima viene il Pd, la sua unità e i suoi progetti, poi l’alleanza con il M5S e gli altri partiti. «Si discuterà in modo aperto e partecipato di ciò di cui abbiamo cominciato a parlare quando decidemmo di sostenere Schlein tra gli iscritti contro ogni pronostico, di come vincere la sfida delle prossime elezioni e di come consolidare la sua leadership - ha spiegato l’ex ministro Andrea Orlando, uno dei principali animatori dell’iniziativa - Quella del candidato premier è una questione che va discussa con gli alleati, ma è evidente che, a maggior ragione dopo queste elezioni, l’aspirazione del Pd a offrire la leadership alla coalizione è assolutamente fondata».
Insomma giusto discuterne, ma il Pd viene prima di tutto. Dall’altro Conte punta sulle primarie, confidando nella sua ancora alta popolarità. Nel mezzo possibili outsider come la sindaca di Genova, Silvia Salis, con Dario Franceschini che ha detto che in ogni caso a sfidare Giorgia Meloni dovrà essere una donna. Come a dire può anche non essere Schlein, ma non può essere Conte. Molti dubbi e un’unica certezza: prima o poi i nodi dovranno venire al pettine.


