Federica Mogherini ha rassegnato le dimissioni da rettrice del Collegio d’Europa. La decisione è stata comunicata con una email indirizzata allo staff e agli studenti dell’importante istituzione con sede a Bruges, in Belgio. Il passo indietro è avvenuto due giorni dopo il fermo – e il successivo rilascio – relativo all’inchiesta su una presunta frode con corruzione nel concorso per la realizzazione dell’Accademia diplomatica europea, vinto proprio dal Collegio di Bruges. Le dimissioni hanno riguardato anche il ruolo di direttrice dell'Accademia diplomatica dell'Unione Europea. «In linea con il massimo rigore e la massima correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti – si legge nella comunicazione di Mogherini -, ho deciso di dimettermi da rettrice del Collegio d’Europa e da direttrice dell’Accademia diplomatica dell’Ue. Sono sicura che la comunità del Collegio nei nostri tre campus continuerà lungo il sentiero dell’innovazione e dell’eccellenza che abbiamo tracciato insieme in questi cinque anni meravigliosi».

L'indagine, coordinata dalla Procura Europea (Eppo), coinvolge pure l’ambasciatore Stefano Sannino e si concentra su presunte irregolarità nell'attribuzione di un contratto da parte del Servizio Europeo per l’azione esterna (Seae) al Collegio d’Europa tra il 2021 e il 2022. Il contratto riguardava l'organizzazione e il finanziamento dell'Accademia diplomatica dell'Unione Europea, nell’ambito di un programma di alta formazione per giovani diplomatici.

Gli inquirenti sospettano che il Collegio d’Europa e il servizio diplomatico dell’Ue possano aver agito in collusione per indirizzare indebitamente i fondi europei verso il progetto, che formalmente avrebbe dovuto essere assegnato tramite una gara d’appalto aperta a tutte le università europee. Le accuse formulate si basano sulla frode negli appalti, sulla corruzione, sul conflitto di interessi e sulla violazione del segreto professionale.

Nella giornata di ieri si è diffusa la notizia di un possibile ampliamento dell’inchiesta sui presunti illeciti, che riguarda, oltre a Mogherini e Sannino, anche Cesare Zegretti dal 2022 co-direttore dell'ufficio Executive education, training and projects del Collegio d’Europa. Secondo fonti qualificate vicine all’indagine, non esistono tempi giuridici predeterminati per la chiusura del fascicolo coordinato dalla Procura europea (Eppo) in Belgio.

La fase istruttoria, a detta delle stesse fonti, potrebbe portare a ulteriori sviluppi non limitati all’appalto dell'Accademia diplomatica europea, includendo altre ramificazioni nei rapporti tra Bruxelles e Bruges.

L’inchiesta che coinvolge Federica Mogherini ha suscitato diverse reazioni, compresa una presa di posizione dagli Stati Uniti. Sul social X il vice segretario di Stato americano, Christopher Landau, ha descritto Mogherini come «la stessa persona che definì la Cuba comunista una “democrazia monopartitica” e promosse gli investimenti, il turismo e il commercio europei che sostennero il regime repressivo e fortemente antiamericano dell’isola».

Di tutt’altro tenore le parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «Io – ha detto il responsabile della Farnesina - sono sempre stato garantista. È l’accusa che deve dimostrare la colpevolezza di una persona, non è che uno deve dimostrare la propria innocenza. Quindi vedremo cosa saranno in grado di dimostrare».

Il ministro degli Esteri e vicepremier ha richiamato un altro famoso caso giudiziario: quello dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili. «Soprattutto nelle vicende anche di giustizia belga – ha aggiunto Tajani - c’è gente che è sotto processo, ancora non è stata rinviata a giudizio dopo anni. Il caso di Eva Kaili è emblematico, sei mesi dentro, poi ancora non è stata rinviata a giudizio. Finché non si è condannati, io sono garantista e mi riferisco a chiunque, di qualsiasi colore sia, esponenti di centrodestra ed esponenti di centrosinistra».