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CHRISTINE LAGARDE PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA
Nel pieno del dibattito sulla manovra, arriva un segnale forte da Francoforte. La Banca centrale europea ha inviato al Mef un parere che di fatto respinge l’emendamento di Fratelli d’Italia secondo cui le riserve auree della Banca d’Italia apparterrebbero al “popolo italiano”. Un passaggio che, nelle intenzioni della maggioranza, avrebbe valore di “interpretazione autentica”, ma che per la BCE rischia di minare competenze fondamentali del Sistema europeo delle banche centrali. Il documento porta la firma della presidente Christine Lagarde, ed è stato trasmesso ieri sera a Roma.
Le ragioni della BCE: «Compiti esclusivi delle banche centrali»
Secondo la BCE, la norma italiana non spiega «quale sia la concreta finalità» dell’intervento legislativo e solleva dubbi sull’aderenza ai vincoli europei. Lagarde sottolinea che la gestione delle riserve in valuta estera, comprese quelle auree, spetta alle banche centrali nazionali, qualsiasi trasferimento allo Stato eluderebbe il divieto di finanziamento monetario e l’autonomia della Banca d’Italia deve essere preservata.
Durante un’audizione al Parlamento europeo, Lagarde ha ribadito che «il trattato è molto chiaro» e che le riserve devono restare sotto la gestione tecnica delle banche centrali.
La reazione di FdI: «Allarmismo incomprensibile»
Fratelli d’Italia minimizza, parlando di interpretazioni “strumentali”. Per Francesco Filini, responsabile del programma del partito: la norma «ribadisce un principio normale», «non lede l’autonomia della Banca d’Italia», esiste già un precedente normativo francese.
Tuttavia, il Mef potrebbe proporre una riformulazione del testo. Il capogruppo al Senato Lucio Malan, primo firmatario dell’emendamento, si limita a dire: «Vediamo quale sarà».
Il Pd attacca: «Ricorda l’oro alla patria, va ritirato»
L’opposizione parla apertamente di deriva sovranista. Per Francesco Boccia, l’emendamento è «da ritirare subito». Il responsabile economia dem Antonio Misiani avverte: «FdI insiste su un tema identitario che rischia di danneggiare la credibilità del Paese». Ma il fronte dello scontro non si limita all’oro di Bankitalia. Il Pd denuncia la presenza dei Lep nella legge di Bilancio e annuncia ostruzionismo durissimo: «Con i Lep dentro la manovra, la legge di bilancio non si approva».
I tempi della manovra: settimana decisiva tra pareri e votazioni
Il calendario è strettissimo. La prossima settimana dovrebbero arrivare i pareri del governo; le votazioni in commissione potrebbero iniziare tra giovedì e venerdì. Secondo il presidente della commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini (FdI), i lavori potrebbero proseguire anche nel weekend del 13-14 dicembre, per arrivare in Aula il 15 dicembre. Il nodo politico sul caso oro Bankitalia resta però aperto e potrebbe interferire con l’equilibrio complessivo della manovra.


