Giovedì la premier Giorgia Meloni parteciperà da remoto al nuovo round della coalizione dei volenterosi a sostegno di Kiev, convocato a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron e dal primo ministro britannico Keir Starmer, alla presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Palazzo Chigi ha confermato che la premier non farà mancare la propria presenza, pur collegandosi in videoconferenza, in una giornata che la vedrà impegnata anche con il Consiglio dei ministri e con l’incontro con il presidente polacco Karol Nawrocki.

Secondo l’Eliseo, il vertice servirà a discutere delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, dopo la missione americana del 18 agosto. La linea dell’Italia resta chiara: nessun dispiegamento militare sul terreno, ma impegno per una pace giusta, fondata su robuste garanzie da elaborare con gli Stati Uniti e i partner europei. Roma guarda a un meccanismo difensivo collettivo ispirato all’articolo 5 della Nato, ma limita la partecipazione a eventuali missioni di monitoraggio e formazione al di fuori dei confini ucraini.

Salvini: «Nessun italiano a combattere»

La posizione è stata ribadita anche oggi dal vicepremier Matteo Salvini, che ha escluso l’invio di soldati italiani: «Noi non manderemo nessun italiano a combattere in Russia o in Ucraina. Non siamo per la guerra ma per la pace».

Il leader leghista, da un comizio nelle Marche, ha attaccato frontalmente la Francia: «I francesi sono parecchio nervosi perché il loro debito pesa più del nostro e quindi convocano ambasciatori e parlano di future guerre».

Non solo Macron. Nel mirino della Lega anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, criticata dal generale Roberto Vannacci: «Ci vada lei insieme a Macron a combattere in Ucraina. Si crede governatrice del Vecchio Continente, fregandosene della sovranità popolare».