In tempi difficili è alla diplomazia che bisogna affidarsi per «tracciare la rotta fuori dalle crisi e creare spazi di dialogo». Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è intervenuto ieri in occasione della XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia parlando di come il mondo sia «attraversato da molteplici crisi che si sovrappongono l’un l’altra e si alimentano a vicenda», a partire dall’«aggressione russa ai danni dell’Ucraina, con vittime e immani distruzioni, e con l’aberrante intendimento di infrangere il principio del rifiuto di ridefinire con la forza gli equilibri e i confini in Europa».

Nel corso del suo intervento Mattarella ha inoltre ricordato che «ovunque le conseguenze di fenomeni globali, dal cambiamento climatico alle diseguaglianze economiche, alle crisi energetiche, si sommano al riaffiorare di radicalismi ed estremismi». In questa cornice si inseriscono le «pericolose attività di disinformazione» che «tendono ad accreditare una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche nei Paesi democratici», e allo stesso tempo «cercano di affermarsi inediti ma opachi centri di potere, di fatto sottratti alla capacità normativa e giurisdizionale degli Stati sovrani e degli organismi sovranazionali». Questi sono soggetti «dotati di vaste capacità di influenza sui cittadini e, con esse, sulle scelte politiche, tanto sul piano interno ai singoli Stati quanto su quello internazionale».

Dopo decenni di sviluppo del multilateralismo che ha permesso, al vecchio continente in particolare, di progredire in pace, «la tentazione della frammentazione si insinua nelle relazioni internazionali. Esattamente il contrario di quel sistema adoperato con successo nei decenni di sviluppo della cooperazione internazionale». A questo secondo Mattarella si aggiunge una nuova, «disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti dell’Unione Europea». Ma, come ribadito dal Capo dello Stato: «se ci si propone di perseguire obiettivi di progresso la strada è soltanto quella del rafforzamento della collaborazione».

«È evidente che è in atto un’operazione - ha proseguito Mattarella - diretta contro il campo occidentale, che vorrebbe allontanare le democrazie dai propri valori, separando i destini delle diverse nazioni». Infine il Presidente della Repubblica ha ricordato che «la legalità internazionale è un bene comune efficace nel contrastare questo pericolo», e che «nell’epoca delle poli-crisi è indispensabile una poli-diplomazia».

A riprova delle parole pronunciate dal Capo dello Stato, poche ore dopo il suo intervento l’ambasciata russa si è infilata nell’ipotesi di cessione del gruppo Gedi, proprietario, tra gli altri, anche dei quotidiani La Stampa e Repubblica. «I loro giornalisti hanno fatto di tutto per compiacere i proprietari delle rispettive testate, appartenenti ai vertici liberalo-globalisti - si legge in un post pubblicato sul canale Telegram dell’ambasciata - questi giornali sono divenuti megafoni di una sfrenata propaganda antirussa, rinunciando, di fatto, a quelle radici, a quella storia a cui, un tempo, erano stati simboli del libero giornalismo italiano».

Mentre il Presidente della Repubblica pronunciava a Roma il suo discorso, a Berlino la diplomazia lavorava per trovare una soluzione al conflitto in Ucraina, che sembra però ancora lontana. Nel corso della giornata si sono susseguiti gli incontri diplomatici tra le varie delegazioni. «Abbiamo fatto molti progressi» ha detto fiducioso Jared Kushner, giunto in Germania insieme all’inviato Steve Witkoff, al cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha elogiato Washington per aver «garantito dalle sostanziali tutele legali e materiali che gli Stati Uniti hanno presentato a Berlino» mentre il segretario generale della Nato Mark Rutte sembra essere più prudente e voler seguire gli sviluppi «passo a passo». Nel corso dei colloqui preparatori svolti nel corso della giornata ha partecipato anche l’Italia con il consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, Fabrizio Saggio, mentre la premier Giorgia Meloni ha raggiunto Berlino in serata per la cena con gli altri leader europei e il successivo vertice.