«Assistiamo oggi alla pretesa di imporre punizioni contro i giudici delle Corti internazionali. Sono pretese di un mondo volto pericolosamente indietro, un mondo rovesciato e contraddittorio». Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella risuonano come un monito netto nel contesto di una crescente offensiva contro il diritto internazionale.

Il riferimento del Capo dello Stato è chiaro e riguarda le recenti iniziative assunte dalla Russia contro la Corte penale internazionale, ma anche le pressioni e le sanzioni politiche che, in diversi Paesi, colpiscono magistrati impegnati nell’accertamento dei crimini di guerra.

Il caso Karim Khan e la reazione di Mosca

Nel corso della “Giornata della Costituzione della Federazione Russa”, un tribunale di Mosca ha condannato in contumacia il procuratore capo della Cpi, Karim Khan, infliggendogli una pena fino a 15 anni di carcere. La sentenza colpisce anche otto giudici della Corte, accusati di abuso di potere per aver emesso, nel marzo 2023, mandati di arresto per crimini di guerra nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e della commissaria per i diritti dell’infanzia Maria Lvova-Belova.

Secondo l’accusa russa, i magistrati dell’Aia avrebbero perseguito «due persone innocenti», tentando di arrestarle nonostante la protezione internazionale. Per la Cpi, invece, i mandati si fondano sulla deportazione forzata di migliaia di bambini ucraini dai territori occupati verso la Russia, una condotta qualificata come crimine di guerra.

Un attacco al sistema multilaterale

Nel suo intervento alla XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori, Mattarella ha collegato questi episodi a una più ampia crisi dell’ordine internazionale. «Appare singolare – ha osservato – che si assista a una disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti dell’Unione europea e delle istituzioni multilaterali, presentate come nemiche della libertà». Per il Capo dello Stato, colpire i giudici internazionali significa minare le basi stesse del diritto globale: «Punire chi difende i popoli del mondo equivale a negare la funzione stessa della giustizia internazionale».

«L'Europa ha conosciuto nel Novecento l'abisso di un sistema internazionale che smarriva la via della ragione. Le guerre del Novecento non sono soltanto un capitolo dei libri di storia: ci ammoniscono circa le conseguenze del predominio della forza sulla ragione, dell'arbitrio sulla norma, della paura sulla lungimiranza. Assistiamo oggi alla pretesa di imporre punizioni contro giudici delle Corti internazionali per le loro funzioni di istruire denunce contro crimini di guerra, a difesa dei diritti umani, in definitiva a difesa dei popoli del mondo: sono pretese di un mondo volto pericolosamente indietro, al peggiore passato. Un mondo che si presenta rovesciato e contraddittorio con condanne alla carcerazione di componenti le Corti internazionali ad opera di un Paese promotore, e con suoi giudici protagonisti, del processo di Norimberga» ha aggiunto Mattarella.

Il fronte del Medio Oriente

«La tragedia di Gaza, con il suo carico di sofferenza civile e il persistente alto rischio di escalation, continua a esporre il Medio Oriente a nuove lacerazioni», ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Il raggiungimento del cessate-il-fuoco, per quanto fragile, richiede - ha concluso il Capo dello Stato - il fermo sostegno di tutta la Comunità internazionale».