«A seguito della riunione di governo convocata d’urgenza questa mattina alla luce dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto nel corso della giornata numerosi contatti con alcuni partner internazionali e con i principali attori della regione». 

È quanto si legge in una nota di palazzo Chigi, diramata dopo una mattinata convulsa a causa dell’attacco americano a tre siti nucleari iraniani, e le successive reazioni internazionali e delle opposizioni

«In particolare, il Presidente Meloni ha avuto uno scambio di vedute con il Presidente di turno del G7, il Primo Ministro canadese Mark Carney, con il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, con il Presidente francese Emmanuel Macron e con il Primo Ministro del Regno Unito Keir Starmer – continua la nota – In ambito regionale, il Presidente del Consiglio si è sentita con il Principe Ereditario e Primo Ministro saudita Mohammad bin Salman Al Saud, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan e l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani». 

Per poi concludere che «con tutti gli interlocutori è stata condivisa e data massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti, al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e di giungere a una soluzione politica della crisi». 

Già in mattinata palazzo Chigi aveva diramato un comunicato in cui si spiegava che «a seguito dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato d’urgenza e presieduto questa mattina una conferenza telefonica. Hanno preso parte il Vicepresidente e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Vicepresidente Matteo Salvini, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, i Sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari e i vertici dell’Intelligence». 

E ancora. «Nel corso della conversazione è stata analizzata la situazione dei siti iraniani a seguito degli attacchi. Una valutazione precisa dei danni potrà essere fatta solo con il passare delle ore. La crisi è al centro dell'attenzione dell’esecutivo in tutti i suoi risvolti, dalla situazione dei connazionali nella regione, con cui la Farnesina è in costante contatto, agli effetti economici e di sicurezza. Il Presidente del Consiglio si terrà in contatto con i principali alleati e leader della regione nelle prossime ore. L’Italia continuerà a impegnarsi per portare al tavolo negoziale le parti». 

Da qui i contatti con gli altri leader europei e con i paesi coinvolti nell’area, come riferito dalla Presidenza del Consiglio. Anche il ministero degli Esteri segue con attenzione la vicenda, e il ministro Antonio Tajani è tornato a parlare dei possibili «rischi» per l’Italia.

Rischi per l'Italia «potrebbero esserci, ma non abbiamo segnali diretti», ha detto. «L'Iran ha sempre visto l'Italia come un paese non fra i più ostili, anche se abbiamo sempre condannato la costruzione dell'arma atomica – ha aggiunto il titolare della Farnesina – Quanto ai rischi, non abbiamo segnali di questo tipo, però ci sono ovviamente perché ci sono presenze americane e presenze israeliane. Le tre ambasciate di Israele sono chiuse, le tre che sono a Roma. Massima sicurezza per i luoghi i culto ebraici, per i luoghi americani, assicura poi e dobbiamo lavorare per garantire la sicurezza cibernetica, non è escluso che possano esserci attacchi cibernetici, quindi è stato alzato livello di guardia». 

Per Tajani «la nostra intelligence, le nostre forze dell'ordine, i Carabinieri, la polizia la Guardia di finanza e la polizia penitenziaria sono al lavoro, allerta massima per evitare che ci siano attacchi che possano colpire obiettivi israeliani o americani o anche italiani».