«Se il buongiorno si vede dal mattino, allora buonanotte». Non usa mezzi termini il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, per commentare la prima uscita dell’ex presidente della Camera, Roberto Fico, come candidato del campo largo alle prossime Regionali. E come suo solito lo fa con una battuta, tale però da dare l’idea del clima in Campania tra continui picconamenti da parte dell’attuale presidente a quello che, stando ai sondaggi, dovrebbe succedergli. «Ho ascoltato l’annuncio e mi sono commosso, non ho capito chi è l’ufficiale che ha celebrato - ha detto De Luca - se il buongiorno si vede dal mattino, allora buonanotte».

Il riferimento era all’evento andato in scena domenica al centro Foqus di Napoli alla presenza, tra gli altri, dello stesso Fico, del leader M5S Giuseppe Conte e del sindaco di Napoli e presidente Anci Gaetano Manfredi. «Questa sera sono in veste inedita di presentatore», aveva esordito l’ex presidente del Consiglio, «fare politica nel Movimento non è semplice. Se uno vuole fare carriera non viene da noi. Ma la gente ci ripaga, la gente perbene. Ci ripaga di qualche insulto che va al di là della polemica politica».

Insomma per De Luca è Conte il vero “ufficiale” che ha “celebrato” la candidatura di Fico, con la leader dem Elly Schlein a subire i diktat dell’alleato pentastellato. Non esattamente il modo migliore per cominciare una campagna elettorale nella quale, per forza di cose, serviranno anche i voti di De Luca. Ma tant’è.

L’ex “sceriffo di Salerno” ha però tuonato contro il suo stesso partito anche in riferimento al caso Puglia, tornando a criticare le settimane di impasse sulla discesa in campo dell’ex sindaco di bari Antonio Decaro, tra veti e controveti.

«Come una bella sceneggiata. Noi, a Napoli, siamo molto appassionati alle sceneggiate, con una differenza: le sceneggiate le facciamo al teatro e non in politica - ha detto De Luca - In Puglia, hanno fatto questa cosa creativa: due mesi di sceneggiata per arrivare dove? A fare una cosa semplicemente di buonsenso. Ma si poteva dire a Vendola: “Tu non ti devi candidare perché mi fai ombra?”» .

Aggiungendo poi che «è assolutamente giusto che Vendola si candidi, non solo per la sua qualità umana, ma anche perché, quando è stato presidente ( della Puglia, ndr), ha fatto un lavoro di grande serietà e di grande importanza». Insomma il messaggio è più che chiaro, resta da capire se al Nazareno qualcuno lo intenderà. Nel frattempo il presidente uscente della Toscana e di nuovo in corsa, Eugenio Giani, ha parlato delle liste che lo sosterranno, e che saranno quattro. «Da quella del Pd a quella che è la lista che chiameremo

Eugenio Giani presidente e casa riformista, la lista che in qualche modo raccoglie le esperienze riformiste molto civiche che si intitolano più alla mia figura, alla lista di Alleanza Verdi e Sinistra molto forte, solida e alla lista del Movimento 5 Stelle, che ha portato anche tutta una serie di indicazioni programmatiche che arricchiscono l’allargamento della coalizione - ha spiegato Giani - Da Renzi ai 5 stelle, il campo largo si materializza con le liste toscane, che rappresentano l’espressione di una cultura di governo fortemente progressista e innovativa che guarda al futuro con personalità, perché poi le idee, come dice l’antico adagio, camminano sulle gambe degli uomini».

Un “tutti dentro” al quale si opporrà Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia in quota Fd’I e candidato del centrodestra. Centrodestra che tuttavia sta ancora cercando i tre nomi mancanti, e cioè quelli per Puglia, Campania e Veneto.

«Troveremo l’accordo ovunque, il prima possibile, quindi non c’è nessun tipo di problema, il centrodestra è un’alleanza solida a differenza di altri che si trovano per interesse», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, lanciando un endorsement per Alberto Stefani in Veneto. «Non è una sorpresa, adesso dobbiamo attendere di capire quale sarà la scelta del tavolo nazionale rispetto al fatto che il candidato sia della Lega, e noi tifiamo che sia ovviamente un nostro rappresentante, oppure se ci saranno altre soluzioni», ha commentato il presidente uscente Luca Zaia commentando le parole di Salvini.

In vista del vertice dei leader della coalizione, a buttare acqua sul fuoco è anche il segretario di Fi Antonio Tajani, per il quale il centrodestra non sarebbe in ritardo nella scelta dei nomi. «Adesso - ha aggiunto - siamo impegnati per vincere nelle Marche. Dobbiamo vincere anche in Val d’Aosta, anche se c’è un sistema proporzionale puro, dobbiamo vincere in Calabria e poi troveremo, come al solito, un candidato unitario in Veneto, in Campania e in Puglia».