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GIUSEPPE CONTE PRESIDENTE M5S
L’ aumento del tetto ai contanti e la manovra economica, ma anche la vendita del gruppo Gedi e l'aumento di furti e rapine. Nemmeno il tempo di provocare le polemiche scaturite dalle sue frasi sull’Ucraina, che il leader M5S Giuseppe Conte passa al contrattacco e critica il governo su la qualunque, talvolta d’accordo con gli alleati di Pd e Avs ma trovandosi anche su due linee diverse, in primis proprio sulla politica estera. «Nel nostro campo non può esserci spazio per un trumpismo o un putinismo mascherati da pacifismo ha detto la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno - È in ogni caso in buona compagnia, parte della destra, da Orban a Salvini, la pensa esattamente come lui. Se l’obiettivo era fare chiarezza sulla scelta di campo, è stato raggiunto. Noi stiamo da un’altra parte».
Ma se dai riformisti del Pd le polemiche erano quantomeno attese, desta maggiore attenzione la critica arrivata dal leader dei Verdi Angelo Bonelli. «Non sono d’accordo con le ultime affermazioni di Giuseppe Conte - ha spiegato Bonelli - Lasciare fare a Trump non è certo il mio modello: quello che sta facendo Trump non solo negli Stati Uniti, ma anche con questa presunta pace, e abbiamo visto a Gaza cosa è accaduto, dimostra il fallimento di quel metodo».
Insomma il grande ritorno dell’asse gialloverde sulla questione Ucraina non trova molte sponde nel cosiddetto campo largo, ed è forse anche per questo che ieri l’ex presidente del Consiglio si è concentrato invece sui temi che uniscono. A partire dalla manovra, passando per la questione sicurezza fino all’editoria.
«Vi faccio una domanda. Secondo voi fra le emergenze del Paese c’è quella di andare in giro per pagare con 10mila euro in contanti in tasca? - ha chiesto retoricamente Conte sui social - Eppure queste sono le proposte del partito di Meloni: raddoppiare il tetto al contante. Ma lo sanno al governo che 10mila euro tanti cittadini non li hanno nemmeno da parte? Con l’evasione fiscale che abbiamo e i casi di corruzione e mazzette che raddoppiano era proprio questo il segnale urgente da dare al Paese?».
Una battaglia, quella contro l’aumento del tetto al contante, che il M5S condivide con i compagni di coalizione, ma che difficilmente porterà a una vittoria. La maggioranza è infatti intenzionata ad andare avanti piantando di fatto un’altra bandierina simbolica rispetto a una manovra prudente e per la quale sono a disposizione ben pochi denari per le cosiddette “varie ed eventuali”.
Eppure Conte e le opposizioni non mollano la presa e sono pronti a contrastare la legge di Bilancio quando arriverà in Aula la prossima settimana, così come non hanno alcuna intenzione di lasciare alla maggioranza la partita sulla sicurezza.
«Il governo riconosce nero su bianco che a novembre 2025 mancano quasi 13 mila poliziotti, quasi 10 mila carabinieri e quasi 6000 agenti della Guardia di Finanza - ha scritto ancora Conte Nel 2024 sono aumentati scippi, furti e stupri. Proprio in questi giorni c’è stato un episodio gravissimo a Roma, con una 23enne stuprata mentre tornava a casa di sera. Ieri (mercoledì, ndr) i sindacati delle forze dell’ordine sono usciti da Palazzo Chigi delusi perché, al di là dei post sui social, questo governo non ha garantito in manovra i soldi che servono per assunzioni, stipendi e straordinari, oltre a spostargli anche la pensione un po’ più in là. Oggi (ieri, ndr) abbiamo alzato la voce in Aula per i tagli alle risorse per la Polizia locale volute dal mio governo».
E a proposito di Aula, ieri i gruppi di Avs, del Pd e del M5S hanno chiesto, alla Camera, la presenza in aula del governo sulla vicenda Gedi, mentre Azione ha presentato un’interrogazione. «Chiediamo una informativa urgente al governo: è ufficiale, il gruppo Gedi ha annunciato la vendita di Repubblica, le radio e attività digitali», ha detto nel suo intervento il vice capogruppo di Avs Marco Grimaldi.
Dall’esecutivo è arrivata una parziale risposta per mano del sottosegretario all’Editoria, il forzista, Alberto Barachini, che ha convocato i rappresentanti dell’azienda e i comitati di redazione di Repubblica e Stampa, mentre la segretaria dem Elly Schlein ha espresso preoccupazione perché «dopo anni di scelte finanziarie che hanno progressivamente indebolito l’azienda, si arriva oggi alla cessione a un soggetto straniero che non offre garanzie su occupazione, prospettive future, qualità e pluralismo dell’informazione» e per questo, ha detto, «siamo al fianco dei giornalisti e sosterremo ogni iniziativa volta a mantenere alta l’attenzione e ottenere chiarimenti su una vicenda che tocca direttamente la salute del sistema democratico».


