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RIUNIONE DELLA COALIZIONE DEI VOLENTEROSI
Fare il punto sugli ultimi sviluppi dei colloqui di pace e rafforzare il coordinamento in vista delle prossime decisioni europee, a partire dal nodo del congelamento dei beni russi, che sarà all’ordine del giorno del Consiglio europeo della prossima settimana a Bruxelles. Con questo obiettivo si è riunita nuovamente la Coalizione dei Volenterosi, il formato che raccoglie oltre trenta Paesi impegnati nel sostegno all’Ucraina.
Alla videoconferenza ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, reduce dall’incontro a Palazzo Chigi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il quale l’Italia ha ribadito due punti fermi: la necessità di garanzie di sicurezza solide per evitare future aggressioni russe e il mantenimento della pressione su Mosca affinché accetti un percorso negoziale credibile. Centrale, nella posizione italiana, resta la stretta collaborazione con gli Stati Uniti e il pieno coinvolgimento di Nato e Unione europea nel processo di pace.
In vista della riunione di Parigi di sabato, a livello di alti funzionari, l’Italia sarà rappresentata dal consigliere diplomatico della premier Fabrizio Saggio. A Palazzo Chigi è invece ancora in corso la valutazione sulla partecipazione alla successiva riunione annunciata per lunedì a Berlino dal cancelliere tedesco Friedrich Merz. Intanto Meloni, dopo aver ricevuto oggi l’Attorney General degli Stati Uniti Pam Bondi, mercoledì sarà in Parlamento per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Un passaggio politicamente delicato, perché porterà al voto sulle risoluzioni di maggioranza e opposizione, entrambe attraversate da divisioni interne sul dossier Ucraina. Nel cosiddetto campo largo è il leader del M5s Giuseppe Conte a mantenere una linea critica, mentre nel centrodestra le tensioni si concentrano soprattutto sulla posizione della Lega, contraria sia all’utilizzo degli asset russi congelati sia all’invio di nuove armi a Kiev.
Proprio sul fronte militare è atteso entro fine anno il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge che rinnoverà anche per il 2026 l’autorizzazione alla cessione di armamenti all’Ucraina. Anche su questo provvedimento il Carroccio frena, ma da Fratelli d’Italia filtra fiducia sulla tenuta della maggioranza.
Secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, «alla vigilia di questi decreti ci sono sempre grandi dibattiti e discussioni, anche legittime. Ma alla fine il governo ha sempre scelto la strada corretta: stare al fianco dell’Ucraina, che è un Paese invaso». Una linea che, sottolinea Ciriani, resta compatibile con la ricerca della pace, purché sia «giusta, duratura e accompagnata da adeguate garanzie».
Il calendario è già definito: «Abbiamo due possibilità, un Consiglio dei ministri il 22 dicembre e uno il 29. In una di queste due date il decreto verrà approvato». Anche perché, come avverte il portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi, un’eventuale astensione dei ministri leghisti «aprirebbe un serio problema politico».
«Tutti vorremmo smettere di spendere risorse per la guerra – osserva Nevi – ma prima serve una pace giusta». Una pace che, per il governo italiano, passa ancora dal sostegno a Kiev e da una pressione diplomatica e politica costante su Mosca, nel quadro di una strategia condivisa con alleati europei e statunitensi.


