Le parole pronunciate da Pier Silvio Berlusconi durante il tradizionale incontro di fine anno negli studi Mediaset stanno avendo l’effetto di una scossa tellurica dentro Forza Italia. Non solo il ringraziamento “vero” ad Antonio Tajani e alla squadra che ha mantenuto in piedi il partito dopo la morte del fondatore. Il passaggio che ha congelato i vertici azzurri è stato un altro: la necessità di «facce nuove, idee nuove e un programma rinnovato». Tradotto: il ciclo guidato dal ministro degli Esteri sta arrivando al capolinea.

Non un attacco frontale, ma un segnale politico inequivocabile, soprattutto alla luce dei retroscena che da giorni si moltiplicano sulla successione alla guida del partito. La famiglia Berlusconi, da tempo insofferente verso una dirigenza romana ritenuta troppo statica, ha deciso di accelerare il processo di riassetto interno. E non è un mistero che, secondo più di un dirigente, la successione sia ormai un treno in corsa.

In testa ci sarebbe Roberto Occhiuto, governatore della Calabria e vicesegretario, pronto a presentare il 17 dicembre a Palazzo Grazioli la sua corrente “In libertà”. Un’operazione calibrata per mostrarsi come il volto nuovo richiesto da Pier Silvio, con un’agenda liberal-moderata e un messaggio politico che guarda direttamente al Nord produttivo, l’habitat originario del berlusconismo.

Il quadro, però, è più complesso. Perché negli stessi giorni Marina Berlusconi ha avuto due incontri riservati: uno con Occhiuto, l’altro con il presidente del Piemonte Alberto Cirio, anch’egli vicesegretario, figura di equilibrio e da sempre molto legata ai Berlusconi. Due pranzi nati per restare lontani dai riflettori, finiti invece nel circuito delle indiscrezioni per via dell’uscita pubblica dello stesso Occhiuto, che ha trasformato il colloquio in una sorta di investitura implicita. Una mossa che non è piaciuta a Marina, gelosa della propria neutralità e contraria all’idea di essere arruolata come sponsor di una corrente. Da qui la fuga di notizie anche sull’incontro con Cirio, uomo più accorto, che coltiva il rapporto con la famiglia in silenzio e con metodo.

Dentro Forza Italia la reazione è doppia: da un lato il nervosismo sottotraccia dei gruppi parlamentari, che vedono incrinarsi la stabilità costruita attorno a Tajani; dall’altro l’evidenza che il vertice non potrà ignorare ancora a lungo il messaggio arrivato da Cologno. Il diretto interessato, intercettato dai cronisti a Mumbai, non si scompone: «Tutti i consigli sono preziosi, utili e io sono in perfetta sintonia sulla necessità del rinnovamento e di guardare al futuro. Stiamo lavorando proprio per rinnovarci sempre nelle argomentazioni, nell'azione politica, nell'attualizzazione del pensiero liberale che era il pensiero di Berlusconi e far emergere sempre una nuova classe dirigente, giovane e nuova».

Per il momento, dunque, prevale la prudenza, come testimonia anche Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Fi, che parlando all'Adnkronos ha affermato: «Basta strumentalizzare le parole di Pier Silvio, che fa riflessioni serie e condivisibili». Pier Silvio non entra direttamente in politica, lo ribadisce lui stesso («Non è un tema che oggi esiste»), ma chiarisce che Forza Italia è uno dei principali lasciti del padre e che non può essere lasciata al logoramento interno. Da qui la richiesta di rinnovamento: non nei valori – che restano quelli del 1994 – ma nei protagonisti.

Il complimento alla premier Meloni, definita «il miglior primo ministro in circolazione in Europa», aggiunge un ulteriore livello di lettura. È un segnale di continuità nella collocazione governativa, ma anche un modo per dire che Forza Italia deve tornare competitiva all’interno della coalizione, non limitarsi a sopravvivere. Occhiuto lo ha capito e accelera. Cirio osserva, studia. Tajani resta per ora al timone, ma il vento è cambiato.

In definitiva, la vera partita non è ancora la scelta del successore. È la definizione del campo su cui giocherà il nuovo corso. E quel campo, oggi, ha una sola linea guida: la famiglia Berlusconi non vuole ereditare un partito stanco. Vuole riportarlo nel suo perimetro originario, con volti in grado di rappresentarne il futuro. Chi saprà occupare quello spazio, lo scopriremo dopo il 17 dicembre.