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GIUSEPPE CONTE M5S
Nel pieno del confronto politico sulla gestione dei flussi migratori, Giuseppe Conte torna a mettere nel mirino il protocollo Italia-Albania, accusando il governo Meloni di aver costruito un progetto fragile, poco trasparente e soprattutto incompatibile con il diritto europeo. L’ex presidente del Consiglio invita l’esecutivo a riconoscere gli errori e a destinare altrove le ingenti risorse previste per i centri di Shengjin e Gjader.
Secondo Conte, l’intera operazione è nata come risposta tardiva e confusa al fallimento del blocco navale annunciato tre anni fa. In diverse interviste, l’ultima a SkyTg24, il leader del M5S sostiene che quel piano sia stato «una fuga in avanti», un tentativo improvvisato e scritto senza solide basi giuridiche. Al centro del suo ragionamento c’è la richiesta di verità politica: per Conte, il governo dovrebbe ammettere pubblicamente che la struttura del protocollo non è conforme ai regolamenti europei e che, dopo mesi di polemiche, resta priva di reali prospettive operative.
Da questa critica discende la proposta del Movimento 5 Stelle: recuperare i 500 milioni destinati all’Albania e usarli per potenziare la sicurezza nelle città italiane. Conte parla di «emergenza reale» e denuncia il progressivo aumento di furti, rapine e violenze registrato nel 2024. La soluzione, sostiene, non può essere l’inasprimento delle pene introdotto dal governo nel decreto sicurezza, che a suo giudizio ha avuto il solo effetto di colpire proteste e dissenso senza rafforzare la prevenzione nelle strade. Per il leader pentastellato la priorità dovrebbe essere invece la ricostruzione di un tessuto urbano più sicuro, con forze dell’ordine in numero adeguato, più videosorveglianza e spazi pubblici restituiti alla comunità.
Proprio da Galatina, davanti all’ospedale Santa Caterina Novella, e poi nel corso di un incontro a Tricase dedicato al tema della legalità, Conte ha insistito sulla necessità di un «patto urbano» tra Comuni e Prefetture, finanziato tramite un emendamento alla legge di bilancio. Un patto che, nelle intenzioni del M5S, dovrebbe permettere alle amministrazioni locali di intervenire immediatamente sulle aree più critiche, con progetti condivisi per contrastare la criminalità diffusa e aumentare la percezione di sicurezza.
L’ex premier denuncia inoltre la carenza di organico, evocando una scopertura nazionale di 25mila unità tra forze dell’ordine e magistrati, che a suo dire indebolisce la risposta dello Stato nelle situazioni di maggiore fragilità.


