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ELLY SCHLEIN, SEGRETARIA PD
La partita del centrosinistra entra in una fase nuova, segnata da movimenti paralleli e da un confronto sempre più esplicito tra il Pd guidato da Elly Schlein e il progetto “Più Uno” di Ernesto Maria Ruffini. A Bologna, la segretaria dem chiama a raccolta gli amministratori locali per riallineare la bussola del partito in vista delle Politiche. A Roma, invece, Ruffini raduna l’assemblea nazionale dei suoi comitati e propone un modello alternativo, chiedendo al campo largo di guardare oltre i confini attuali.
Nel capoluogo emiliano, davanti alla platea dei sindaci dem, Schlein lavora per rinsaldare il legame tra partito e amministratori. Il messaggio è diretto: il Pd vuole tornare a essere la “casa” degli amministratori, superando le distanze del passato. La segretaria rivendica un’identità chiara sulla sicurezza e accusa il governo Meloni di “scaricare responsabilità”, ricordando che la gestione dell’ordine pubblico è prerogativa dello Stato. Insiste sulla necessità di progetti di inclusione sociale e denuncia i tagli che peseranno sui bilanci 2026 dei Comuni, rivendicando un impegno anche in Europa contro una proposta di bilancio che taglia fuori enti locali e Regioni.
A prendere la parola è anche Beppe Sala, che non risparmia consigli alla leader dem. Il sindaco di Milano invita a puntare su idee chiare, meno polemiche, comunicazione più efficace e maggiore apertura agli amministratori. Il suo appello, accolto da molti presenti, ruota attorno a un concetto preciso: senza valorizzare chi governa i territori, il centrosinistra non potrà vincere.
Schlein rilancia e chiede agli amministratori di sentirsi “ingaggiati” nella costruzione dell’alternativa. La linea è quella di una partecipazione attiva e di un Pd che vuole presentarsi alle Politiche come guida naturale della coalizione, partendo dalle esperienze amministrative che il partito rivendica come modello.
A Roma, intanto, Ruffini traccia una rotta diversa. Nella sala delle Colonne, davanti a seicento partecipanti, presenta “Più Uno” come un progetto non alternativo ma parallelo al centrosinistra, fondato su comunità, partecipazione e riformismo. Rivendica l’eredità dell’Ulivo e definisce il “campo largo” troppo stretto, contrapponendo ad esso il “campo aperto”. Critica l’uso strumentale delle primarie e contesta al Pd l’idea di delegare a soggetti esterni la rappresentanza del centro riformista. Il suo è un messaggio di identità e metodo: evitare personalismi, rifiutare logiche plebiscitarie e costruire un percorso collettivo verso un progetto di governo.
La doppia mossa del centrosinistra rivela così un dibattito interno in pieno sviluppo. Schlein punta a compattare amministratori e partito attorno a una proposta unitaria, mentre Ruffini tenta di allargare lo spazio politico a una platea più ampia e fluida. Il confronto è appena iniziato e proseguirà in primavera, quando i comitati “Più Uno” torneranno a riunirsi per definire il loro ruolo nella coalizione.


