La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a quanto si apprende, ha chiamato il capo dello Stato Sergio Mattarella per fare il punto della situazione in Medio Oriente. La telefonata arriva alla luce della call di governo con i ministri competenti sull'Iran e il giro di contatti con i leader europei e della penisola arabica.

Tra i leader Meloni ha sentito anche il presidente francese Emmanuel Macron, il quale ha chiesto di evitare una «escalation incontrollata» in Medio Oriente dopo gli attacchi degli Stati Uniti contro il programma nucleare iraniano. «Nessuna risposta strettamente militare può produrre gli effetti desiderati» e «la ripresa delle discussioni diplomatiche e tecniche è l'unico modo per raggiungere l'obiettivo che tutti stiamo cercando, che è che l'Iran non possa acquisire armi nucleari, ma anche che non ci sia un'escalation incontrollata nella regione», ha detto il presidente francese all'inizio del Consiglio di difesa e sicurezza.

Lo stesso Macron aveva poco prima sentito il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, con il quale ha avuto un colloquio telefonico. «La nostra nazione non si arrenderà mai a bullismo» ed è «naturale che reagisca in modo appropriato alle aggressioni», ha detto Pezeshkian. Per il quale l'Iran è vittima di una «aggressione militare» e si «difende con fermezza». «Abbiamo sempre detto che siamo pronti a impegnarci e a negoziare nel quadro del diritto internazionale, ma invece di accettare la logica, la controparte ha chiesto la resa della nazione iraniana», ha affermato in riferimento ai difficili colloqui con gli Stati Uniti sul controverso programma nucleare di Teheran che erano ripresi ad aprile.

Ma mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è recato in visita al Muro del Pianto di Gerusalemme per una preghiera in favore del presidente statunitense Donald Trump, proprio dall’Iran non si fermano le minacce contro Washington.

Le basi utilizzate dalle forze statunitensi per lanciare attacchi contro siti nucleari iraniani saranno considerate infatti obiettivi legittimi. La minaccia è arrivata da un consigliere dell'ayatollah Ali Khamenei.
«Qualsiasi paese della regione o altrove che venga utilizzato dalle forze americane per colpire l'Iran sarà considerato un obiettivo legittimo per le nostre forze armate», ha affermato Ali Akbar Velayati in un messaggio diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale Irna.

Intanto il capo dell'agenzia nucleare delle Nazioni Unite, Rafael Grossi, ha avvertito che ci sono «chiari segnali di un impatto» su Fordow ma ha sottolineato che le prime valutazioni dei danni sono ancora in corso. L’impatto dei massicci attacchi degli Stati Uniti e di Israele su tre strutture nucleari chiave questa settimana varierà da sito a sito, ha spiegato Grossi alla Cnn. «La situazione è mista», ha spiegato. Il complesso fortificato di Fordow, situato in alta montagna nel nord-ovest dell'Iran, «è stato attaccato. Non si può escludere che ci siano danni significativi».