«Le condizioni disumane della detenzione di Maria Bontsler, caratterizzate dal disprezzo per le sue condizioni di salute e la privazione di cure mediche, mi impensieriscono molto. Temo per la sua vita». A dirlo è Ilya Sidorov, difensore di Maria Bontsler, avvocata di Kaliningrad in carcere dalla fine di maggio con l’accusa di aver screditato le forze armate di Mosca.

A Kaliningrad, exclave russa che si affaccia sul Mar Baltico, situata tra la Polonia e la Lituania, i pericoli che corrono gli avvocati sono gli stessi presenti in Russia ( si veda anche Il Dubbio del 19 novembre). Unica avvocata di Kaliningrad che si occupa di diritti umani, Bontsler è stata condannata, dopo l’aggressione militare della Russia ai danni dell’Ucraina, al pagamento di una multa di 60 mila rubli per aver utilizzato la parola “guerra” nel corso di una udienza.

Più grave l’accusa formulata quest’anno dalla procura della città russa: “Cooperazione su base confidenziale con uno Stato estero, un’organizzazione internazionale o straniera” ( articolo 275.1 del Codice penale). Secondo gli inquirenti, tra i mesi di agosto e settembre 2024, Bontsler ha avuto contatti con un appartenente ai servizi di sicurezza di uno “Stato ostile”, assistendolo “in attività dirette contro la sicurezza della Federazione Russa”.

Avvocato Sidorov, come sta Maria Bontsler?

«Maria rischia la vita. Un importante cardiologo di San Pietroburgo, professore universitario, l’ha visitata di recente e teme che la situazione possa complicarsi irrimediabilmente. Da settembre la mia assistita ha denunciato la scarsa attenzione da parte delle autorità carcerarie. Le sue condizioni di salute si aggravano giorno dopo giorno. Nella scorsa estate abbiamo temuto il peggio. Bontsler mi ha riferito di aver sentito una fitta al petto, come se le avessero conficcato una lancia. Ma nonostante questo, il personale sanitario del centro di detenzione non ha fornito alcun supporto. In un caso non è intervenuto perché assente nel fine settimana. Bontsler ha chiesto più volte di essere trasferita in ospedale, ma si sono sempre verificati intoppi burocratici che hanno impedito il ricovero».

Anche a Kaliningrad gli avvocati vengono assimilati ai loro assistiti?

«Le forze dell’ordine di Kaliningrad stanno sperimentando una nuova tattica per perseguitare gli avvocati che difendono i cittadini di origine ucraina e i loro sostenitori. Lo fanno con metodi vietati: tortura, trattamenti crudeli e disumani. Viene inoltre violata la segretezza della corrispondenza tra l’avvocato e i suoi clienti. Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria di Maria Bontsler, le accuse mosse nei suoi confronti sono state, a mio avviso, arbitrarie e pretestuose. Nel 2024, secondo l’accusa, avrebbe avuto una corrispondenza con un agente dei servizi di sicurezza ucraini, un parente di un suo potenziale cliente, fornendo alcune informazioni su procedimenti che coinvolgevano cittadini ucraini».

L'Ordine degli avvocati di Kaliningrad ha mostrato scarsa sensibilità nei confronti di Bontsler?

«Purtroppo, sì. I colleghi dell’Ordine di Kaliningrad hanno addirittura cancellato Maria Bontsler dall’albo. L’Associazione internazionale degli avvocati russi, presieduta da Karinna Moskalenko, ha protestato per questa decisione. La professionalità e l’impegno di Bontsler sono sotto gli occhi di tutti. Stiamo parlando di una avvocata nota per il suo attivismo soprattutto sul versante dei diritti umani. Trent’anni fa Bontsler ha fondato a Kaliningrad il “Comitato delle madri dei soldati”. Migliaia di coscritti, insieme con i loro familiari, si sono consultati personalmente con l’avvocata Bontsler. Maria ha continuato a lavorare nel campo dei diritti umani, assumendo la difesa di numerosi oppositori politici perseguiti per le loro critiche al sistema. In passato l’Ordine degli avvocati della Regione di Kaliningrad ha espresso apprezzamenti per i risultati professionali di Bontsler, riconoscendo il suo lavoro appassionato» .

La situazione dei diritti umani nella exclave di Kaliningrad è poco conosciuta. Anche qui il dissenso viene sistematicamente represso?

«I pericoli non riguardano soltanto i singoli o i gruppi di persone, ma anche gli avvocati che decidono di difenderli. Se lo Stato li considera dei nemici, allora le violazioni dei diritti diventano una regola. Con conseguenze gravissime: trattamenti disumani e crudeli, tortura, fino a mettere a repentaglio la loro vita. Il dissenso e persino i sentimenti di dissenso, per ritornare alla sua domanda, vengono duramente repressi. Una situazione molto grave che si tende a sottovalutare o a considerare inesistente.

Qualche mese fa, tanto per fare un esempio, l’ambasciatore russo in Montenegro, nel commentare l’arresto di Maria Bontsler ha protestato per un articolo pubblicato sul giornale tedesco Der Spiegel. Il diplomatico ha contestato il fatto che si voglia descrivere la Russia come un luogo in cui vengono violati i diritti umani e allo stesso tempo ha affermato che nessuno deve sentirsi al di sopra della legge. Ha anche affermato che la Russia “è di fatto un modello di stabilità in termini di costruzione di relazioni armoniose interetniche e interreligiose”».