PHOTO
SALVATORE CUFFARO POLITICO
L’indagine sugli appalti pubblici in Sicilia compie un nuovo passo con l’arresto dell’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, posto ai domiciliari per corruzione su disposizione del gip di Palermo. L’ordinanza, eseguita questa mattina dai carabinieri del Ros, rappresenta il punto più significativo di un’inchiesta che coinvolge politici, dirigenti sanitari e professionisti legati a diversi snodi della gestione amministrativa regionale.
La misura cautelare disposta per Cuffaro arriva dopo gli interrogatori preventivi tenuti nei giorni scorsi, durante i quali tutti gli indagati sono comparsi davanti al giudice per chiarire le rispettive posizioni. L’accusa principale contestata all’ex governatore riguarda presunti interventi illeciti per condizionare appalti e procedure nella sanità siciliana, con particolare attenzione ai rapporti tra pubblico e privato in settori strategici.
Il gip non ha invece ritenuto necessario applicare misure per due figure politiche di primo piano: Saverio Romano, deputato nazionale di Noi Moderati, e Carmelo Pace, capogruppo della Democrazia Cristiana all’Assemblea regionale siciliana. Entrambi restano indagati, ma a piede libero, nell’ambito del procedimento condotto dalla Procura di Palermo.
Ai domiciliari sono finiti anche Antonio Iacono, primario del Trauma Center dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, e Antonio Coletti, ex manager della stessa azienda ospedaliera. Le loro posizioni si inseriscono nel quadro di rapporti e influenze che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero inciso sulla gestione di affidamenti e incarichi nella rete sanitaria.
Il giudice ha applicato invece misure meno afflittive a carico di Mauro Marchese e Marco Dammone, indicati come intermediari ed ex rappresentanti coinvolti nelle dinamiche contestate. Per entrambi è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, accompagnato da un anno di interdizione dall’esercizio di attività imprenditoriali e da incarichi direttivi in persone giuridiche. Identico obbligo di presentazione è stato disposto anche per il braccio destro di Cuffaro, ritenuto dagli investigatori un anello operativo nella rete delle relazioni contestata.
Complessivamente, tredici indagati non sono stati raggiunti da provvedimenti restrittivi. Si tratta di Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello (ex deputato calabrese del Pd), Paolo Bordonaro, Alessandro Caltagirone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Sergio Mazzola, Carmelo Pace, Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro, tutti senza misure cautelari.


