Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di perquisizione e sequestro dei dispositivi elettronici disposti a carico dell’ex procuratore Mario Venditti e del pubblico ministero Pietro Paolo Mazza, nell’ambito dell’inchiesta “Clean 3”, in cui entrambi risultano indagati per corruzione e peculato.

La decisione dei giudici bresciani ha accolto i ricorsi presentati dagli avvocati Massimo Dinoia (difensore di Mazza) e Domenico Aiello (legale di Venditti), che avevano contestato la legittimità dei provvedimenti disposti dalla Procura.

Secondo l’impostazione accusatoria, i due magistrati avrebbero ricevuto «varie utilità», tra cui pranzi di rappresentanza e sconti per l’acquisto o il noleggio di automobili, quando entrambi erano in servizio presso la Procura di Pavia. Le presunte utilità sarebbero state offerte dai titolari della società Esitel, che nel 2017 aveva gestito le intercettazioni telefoniche relative all’inchiesta su Andrea Sempio, collegata al caso Garlasco.

Le motivazioni della difesa

Nel suo ricorso, l’avvocato Massimo Dinoia ha sostenuto che la Procura avrebbe impiegato termini «in teoria finalizzati a ricercare spunti investigativi» ma «privi di attinenza con le ipotesi di reato contestate», riguardanti la presunta corruzione e il peculato per pranzi e prezzi di favore. La difesa ha inoltre sottolineato la mancanza di proporzionalità e pertinenza nei decreti di perquisizione e sequestro, chiedendone l’annullamento per vizio di motivazione e difetto di rilevanza penale delle condotte ipotizzate.

L’annullamento del Riesame

Il collegio del Riesame di Brescia, dopo l’udienza camerale, ha ritenuto fondate le osservazioni dei difensori e ha quindi revocato i sequestri disposti nei confronti di Venditti e Mazza, ordinando la restituzione dei dispositivi elettronici acquisiti durante le perquisizioni.