«È irrazionale che dopo una o due sentenze di assoluzione si arrivi a una condanna senza nemmeno rifare l’intero processo». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto nella trasmissione Zona Bianca su Rete 4, ha commentato l’evoluzione giudiziaria del caso Garlasco, parlando in termini generali ma inequivocabilmente riferendosi al percorso processuale che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi.

«Per legge si può condannare solo al di là di ogni ragionevole dubbio. Se uno o più giudici in precedenza hanno assolto, significa che quel dubbio esisteva. Non si comprende come si possa arrivare a una condanna. È una questione che va affrontata con una riforma, e noi ne abbiamo fatto solo metà», ha detto il Guardasigilli.

Sollecitato sulla possibilità che emergano nuove verità e che questo possa generare conseguenze per i magistrati coinvolti nelle precedenti inchieste, Nordio ha escluso ogni responsabilità individuale: «No, questo assolutamente no. La responsabilità può esserci solo se un magistrato non conosce la legge o non conosce le carte. È proprio per questo che esistono in democrazia un doppio o triplo grado di giudizio: si presume che una sentenza possa essere sbagliata».

Il ministro ha poi espresso preoccupazione per la percezione della giustizia da parte dei cittadini: «Purtroppo oggi l’opinione pubblica ha un’idea negativa della giustizia. Ma non è colpa dei magistrati: è colpa delle leggi, spesso imperfette, che consentono anche di procrastinare i processi all’infinito quando, invece, bisognerebbe avere il coraggio di chiuderli».