«Nessun cittadino può restare in carcere mentre la giustizia stessa coltiva dubbi sulla sua colpevolezza». Così il deputato di Forza Italia Davide Bellomo, membro della Commissione Giustizia della Camera, interviene sul caso Garlasco, presentando un’interpellanza urgente al ministro Carlo Nordio.

Nel mirino del parlamentare c’è la condizione di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, ma al centro di una nuova fase d’indagine che vede emergere elementi potenzialmente compatibili con altri soggetti, come Andrea Sempio. «Questa vicenda drammatica – afferma Bellomo – impone una riflessione urgente. Servono iniziative legislative per evitare il ripetersi di situazioni paradossali in cui un condannato resti detenuto mentre la magistratura indaga su possibili innocenze».

Nel suo atto ispettivo, Bellomo chiede se il Guardasigilli ritenga adeguata l’attuale disciplina in materia di revisione e di esecuzione della pena. In particolare, se non sia arrivato il momento di introdurre una misura cautelare che sospenda l’esecuzione della pena nei casi in cui emergano elementi ufficiali e oggettivi, pur in assenza di “nuove prove” formalmente acquisite, che mettano in discussione la certezza del giudicato. «La certezza della pena non può valere più della certezza della verità – prosegue il deputato forzista – Nessun innocente deve patire la detenzione». Bellomo conclude sottolineando l’importanza di un’evoluzione giurisprudenziale e culturale: «La giustizia deve essere prima giusta e poi rigorosa. Serve una nuova interpretazione delle norme che, senza minare la stabilità delle sentenze, restituisca centralità ai diritti fondamentali della persona».