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Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio in occasione delle interrogazioni a risposta immediata durante lo svolgimento del question time in Senato a Roma, Giovedì 10 Luglio 2025 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Minister of Justice Carlo Nordio on the occasion of the immediate response questions during question time in the Senate in Rome, Thursday, July 10 2025 (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse)
Grazie al ricorso al cosiddetto “canguro”, il meccanismo parlamentare che consente di accorpare più proposte di modifica in un solo voto, l'aula del Senato, alla presenza del vice ministro alla giustizia Francesco Paolo Sisto, ha concluso l'esame degli emendamenti al disegno di legge sulla separazione delle carriere. Tutti respinti, come previsto da tempo, considerato che Governo e maggioranza hanno blindato il testo.
Approvati dunque gli altri cinque articoli rimanenti, compreso quindi quello che istituisce l’Alta Corte disciplinare per i soli magistrati ordinari. Martedì 22 luglio sono invece in calendario le dichiarazioni di voto e il voto finale sulla riforma. La modifica dell’ordinamento giudiziario passerà poi alla seconda fase di deliberazione con un ulteriore passaggio prima alla Camera, dove è stata già approvata lo scorso 16 gennaio, e poi al Senato, senza però alcuna possibilità di presentare seppur solo formalmente delle modifiche. Non sono, infatti, ammessi emendamenti, questioni pregiudiziali e sospensive, né richieste di stralcio, né ordini del giorno.
«Ritengo - ha sottolineato ad Affaritaliani.it il presidente della Commissione affari costituzionali di Palazzo Madama, il meloniano Alberto Balboni - che per ottobre, novembre di quest'anno avremo il via libera definitivo del Parlamento alla riforma con la quarta lettura a Palazzo Madama». Pertanto prima che si inizi a discutere di legge Bilancio per non rischiare di far impantanare la norma e approvarla ad inizio 2026. Quanto ai tempi per il referendum confermativo, inevitabili visto che non ci sono i due terzi in Parlamento, secondo Balboni si terrà a occhio e croce «nella tarda primavera del prossimo anno». Probabilmente a maggio.
Sulla possibile vittoria Balboni ha proseguito: «Questo lo decideranno gli italiani. Noi siamo convinti di fare la cosa giusta. Dobbiamo completare le riforme in tema di giustizia iniziate con il nuovo codice di procedura penale nel 1988, poi con la riforma del 1999 dell'articolo 111 della Costituzione sul giusto processo e ora serve completare questo lungo iter con la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, come dicono tutti i giuristi di vero stampo liberale», ha concluso il senatore. Per il suo collega di Fi, Pierantonio Zanettin, «la separazione delle carriere fa parte del dna di Forza Italia. La sua approvazione sarà un risultato storico, epocale per certi versi».
Sulle tempistiche si è espresso anche il Ministro Nordio, intervistato da Stefano Zurlo al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta: secondo il Guardasigilli le norme di attuazione della riforma della separazione delle carriere «saranno fatte in questa legislatura. Sono già allo studio» ha detto e «auspichiamo sia avviato un confronto», probabilmente a palazzo Chigi visto che fonti di via Arenula solo qualche giorno fa avevamo smentito che si stesse lavorando a questo. Ma questi regolamenti saranno fatti in tempo affinché i due nuovi eventuali Csm vengano composti con il metodo del sorteggio?
Tornando al dibattito parlamentare, gli esponenti della minoranza parlamentare, intervenuti nell’Aula di Palazzo Madama, senza alcun contraddittorio con quelli della maggioranza di Fd’I, Lega e Forza Italia rimasti in silenzio, hanno più volte rimarcato l'amarezza per l'iter di una legge che, a loro avviso, avrebbe richiesto più tempo e riflessione, oltre che modifiche. «Sta per avvenire qualcosa che non è mai avvenuto nella storia della Repubblica, ovvero che una riforma costituzionale verrà approvata senza l'approvazione di alcun emendamento al ddl. Il parlamento non avrà messo becco in una riforma costituzionale fatta dal governo. È un precedente clamoroso, di cui dovreste vergognarvi perché autorizzerà in futuro qualunque maggioranza a fare la stessa cosa. State facendo macello della Costituzione italiana» ha detto, infatti, il vicepresidente dei senatori Pd Alfredo Bazoli. Pure per il senatore di Azione, Marco Lombardo, «per la prima volta un ddl costituzionale, arrivato in Aula senza relatore, viene approvato senza alcun emendamento. Un precedente pericoloso di modifica della Costituzione a colpi di maggioranza».
Carlo Calenda invece voterà a favore del provvedimento. Ancora non si sa cosa farà Italia Viva, se voterà a favore o si asterrà. Matteo Renzi a tal proposito ha detto: «Io sono a favore della separazione delle carriere ma con il governo Meloni-Nordio la riforma che sta venendo fuori è un pastrocchio. Martedì - ha annunciato - intervengo in Aula al Senato per spiegare le nostre posizioni. Se dovessi con una battuta spiegarmi - ha concluso Renzi - direi che se deve esserci una separazione delle carriere iniziamo a separare la carriera di Nordio da quella della Bartolozzi e di Mantovano, perché lì sono tutti e tre magistrati».