Vanificato ogni barlume di speranza di vedere il testo del ddl sulla separazione delle carriere modificato in Parlamento, l’Anm è scesa ufficialmente in campo in vista del referendum costituzionale che dovrebbe tenersi nella prossima primavera. Lo ha fatto nel tardo pomeriggio di sabato quando alcuni membri del “parlamentino”, compreso il presidente Cesare Parodi, si sono recati da un notaio per formalizzare ufficialmente la nascita del Comitato «A difesa della Costituzione e per il No al referendum».

Il Comitato è aperto a tutti i cittadini ma non a esponenti di partito o a ex politici. Parodi su questo punto ha chiarito il ruolo dell’Anm: «Condivido assolutamente il pensiero del ministro Nordio quando dice che noi non dobbiamo affiancarci ai partiti politici. Ha assolutamente ragione. Se noi davvero veniamo identificati con qualsiasi partito politico snaturiamo il nostro ruolo». Concetto ribadito anche dal segretario generale Rocco Maruotti quando gli abbiamo fatto notare che partecipare ad incontri del Pd o dei sindacati fa subito pensare ad uno schiacciamento partitico: «Le cose che ho detto alla festa dell’Unità e che ho ripetuto anche ad un evento organizzato dall’Università di Bologna e dalla Cgil le ripeterei, o le potrà ripetere il presidente Parodi, anche sul palco di Atreju. Andiamo dove si parla di Giustizia, andiamo dove c’è la possibilità di informare anche l’ultimo dei cittadini sui contenuti reali di questa riforma». Maruotti ha precisato: «Non c’è adesione alle posizioni degli altri, ma la scelta di intervenire in tutti i contesti in cui si può parlare ai cittadini».

Nell’Anm, da quanto percepito e ascoltato, prevale la volontà di voler puntare alla critica ai contenuti della riforma e non ad uno scontro «pro o contro Meloni» che porterebbe dietro con sé inevitabilmente uno scontro «pro o contro magistratura», con argomenti che potrebbero danneggiare la corporazione. La consapevolezza però non manca: «Il confronto sarà molto duro» ha sostenuto Parodi e gli altri sono d’accordo con lui. In ogni modo paradossalmente, ad esempio, Gianrico Carofiglio, ex magistrato ma anche ex senatore, e volto molto spendibile contro la riforma Nordio, non potrà iscriversi al Comitato. Sarà comunque possibile delegarlo per partecipare ad iniziative pubbliche o tribune politiche. La quota di iscrizione dei sostenitori sarà di 20 euro. «L’obiettivo è coinvolgere molti giovani», ci dice la tesoriera Giulia Locati.

A proposito di soldi, il Comitato direttivo centrale dell’Anm ha deliberato (con l’astensione di Natalia Ceccarelli e di Andrea Reale del gruppo dei CentoUno) che il Comitato potrà spendere massimo 500mila euro per la campagna referendaria. Somma che potrà essere oggetto di revisione. In questo momento l’Anm sta, infatti, valutando a quale società di comunicazione conferire un incarico.

Tra le toghe del Cdc si è discusso parecchio sabato a porte chiuse per valutare se comunicare questo dato ai microfoni di Radio Radicale e ai giornalisti presenti. Alla fine si è optato per la trasparenza. La ragione di preoccupazione derivava dal fatto che il cittadino medio potrebbe non comprendere una tale previsione di spesa messa a bilancio dai magistrati, accusabili di essere una casta privilegiata. Ma poi è anche prevalso il buon senso e la convinzione che si sarebbe saputo per vie traverse. Ciononostante, come ci hanno detto alcuni magistrati, «alla fine può sembrare una cifra elevata, ma non lo è se pensiamo al valore che ha questa battaglia per tutti noi». Ed è per questo che ora l’Anm vuole sentirsi compatta più che mai.

«È arrivato il momento di fare una scelta: sì o no a tutta la riforma?», ha detto Rocco Maruotti nella sua relazione rivolto al gruppo dei CentoUno, che si è espresso in questi mesi favorevolmente rispetto al sorteggio per i membri dei due possibili futuri Csm. Ma Andrea Reale per il momento non si sbottona: «Noi andiamo a votare come cittadini e per questo il voto è segreto. Riparliamone dopo che sarà pubblicato il quesito referendario», ci dice.

Qualche malcontento nei corridoi della Cassazione è emerso quando si è saputo che Margherita Cassano, da poco ex presidente di Piazza Cavour, ha fatto sapere che non potrà ricoprire la carica di presidente onorario del Comitato in quanto avrebbe deciso di far parte già di quello promosso dal costituzionalista Renato Balduzzi. «Proprio lei invece di stare con l’Anm va altrove?», ha mugugnato qualcuno.

Sta di fatto che entro 60 giorni sarà eletto un presidente onorario del Comitato. L’Anm comunque si ritroverà a Roma il 25 ottobre per una assemblea generale durante la quale si voteranno modifiche allo Statuto ma soprattutto sarà l’occasione per rilanciare ancora più fortemente la campagna referendaria. Proprio in quella data potrebbe già essere stata approvata in via definitiva in Parlamento la separazione delle carriere.

Domani la norma arriverà nell’Aula di Montecitorio: l’opposizione minaccia un forte ostruzionismo con decine di iscritti a parlare. Il centrodestra punta a chiudere giovedì. Inoltre, da quanto appreso, sembra che il governo e la maggioranza vogliano accelerare sulla road map che ci porterà al referendum: si parla infatti della metà di aprile. Per questo l’Anm ha anche fretta di decidere quando terrà il prossimo congresso che sarà l’ultimo grande appuntamento prima del voto plebiscitario.