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Doveva essere una mattinata di confronto civile, con un banchetto informativo come tanti altri in tutta Italia. È invece diventato un caso politico-istituzionale quanto accaduto sabato scorso a Nola durante l’iniziativa “129 piazze per il Sì”, promossa dall’Unione delle Camere penali in vista del referendum sulla riforma dell’ordinamento giudiziario.
Nella centralissima piazza Giordano Bruno, a pochi passi dal Tribunale, la Camera penale di Nola aveva allestito un gazebo regolarmente autorizzato dal comune per spiegare ai cittadini le ragioni del voto favorevole alla riforma.
Tutto sembra procedere per il meglio, con grande partecipazione di cittadini, fino a quando, poco prima di mezzogiorno, una pattuglia della polizia municipale, capeggiata dalla vicecomandante, arrivava sul posto ed intimava ai presenti di allontanarsi immediatamente e di smontare il gazebo. La motivazione addotta lascia interdetti: l’area, secondo la vigilessa, sarebbe stata ricompresa in una presunta “zona rossa” per la sicurezza dei magistrati, istituita da un decreto congiunto del procuratore e dal presidente del Tribunale.
Un provvedimento quanto mai bizzarro che nessuno era – ovviamente – in grado di esibire. Alla richiesta degli avvocati di visionarlo o almeno di conoscerne gli estremi, seguivano però minacce di identificazioni generalizzate e persino l’annuncio di una possibile revoca dell’autorizzazione. L’interruzione dell’iniziativa si protraeva per circa un’ora, tra andirivieni di agenti e toni, come riportato dai penalisti, «grotteschi».
Immediato l’intervento dell’Unione camere penali Italiane che ha parlato di un intervento «scomposto e privo di fondamento normativo», denunciando una violazione degli articoli 17 e 48 della Costituzione. A rendere il quadro ancora più controverso, secondo i penalisti, è il fatto che il presunto vincolo della “zona rossa” non fosse mai stato segnalato né dal comune al momento del rilascio dell’autorizzazione, né dalle forze di polizia deputate quotidianamente alla sicurezza dell’area.
«In questi mesi – sottolinea l’Ucpi – abbiamo assistito a magistrati riuniti nel “Comitato per il No” manifestare il loro dissenso all’interno di Tribunali, Corti d’appello e persino in Cassazione, luoghi nei quali non si fa politica. Ai penalisti, che attendono questa riforma da oltre trent’anni, si vorrebbe invece impedire di parlare liberamente in piazza».
Parole dure, cui ha fatto seguito una nota congiunta dei vertici giudiziari nolani. La presidente del Tribunale Paola Del Giudice e il procuratore Marco Del Gaudio hanno smentito l’esistenza di qualsiasi decreto. «Non abbiamo adottato alcun provvedimento – hanno scritto in una nota – né eravamo a conoscenza dell’organizzazione e dello svolgimento dell’iniziativa, che era del tutto legittima». La procedura autorizzativa, precisano, si è svolta esclusivamente presso gli uffici comunali, senza alcuna interlocuzione con i vertici giudiziari, che «in ogni caso non avrebbero avuto titolo per intervenire».
Si è trattato di un episodio di «inaudita gravità», ha affermato al Dubbio il presidente della Camera penale di Nola, l'avvocato Antonio De Simone.
«L’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico – rilasciata il 9 dicembre – era corredata da planimetrie, mappe e documentazione fotografica attestante la natura comunale dell’area. Nonostante ciò, la vicecomandante ha insistito sulla necessità di un’autorizzazione della Procura, rifiutandosi di indicare il nome del magistrato che l’avrebbe delegata e arrivando a minacciare identificazioni e revoche prive di base giuridica. Fino alla chiusura della manifestazione, alle 13.30, della “zona rossa” e del decreto non c'è stata però alcuna traccia», ha aggiunto De Simone.
Sulla vicenda è intervenuto anche Andrea Ruggero, sindaco di Nola, che ha espresso pubblicamente le scuse dell’amministrazione comunale alla Camera penale e all’intera categoria forense. «In una comunità democratica – ha dichiarato – non può mai essere impedito a chi esprime civilmente le proprie idee di farlo». Dagli accertamenti degli uffici comunali, ha aggiunto, non risulta alcun ostacolo allo svolgimento della manifestazione, che era stata correttamente autorizzata e si stava svolgendo in modo pacifico. Il Comune ha annunciato ulteriori approfondimenti per accertare eventuali responsabilità.
Approfondimenti, si spera, quanto mai rapidi per capire come sia stato possibile che la vicecomandante dei vigili si sia di fatto inventata l'esistenza di una zona rossa, cercando di interrompere una manifestazione che gli stessi uffici comunali di Nola avevano autorizzato.


