Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato l’intenzione del governo di rivedere il sistema degli illeciti disciplinari della magistratura, in coerenza con il disegno di legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

La dichiarazione arriva in risposta a un’interrogazione parlamentare del capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, dopo un editoriale pubblicato sul quotidiano Avvenire dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Cagliari, Luigi Patronaggio, in merito alla sentenza del caso “Open Arms”.

«È fermo intendimento del Governo – ha dichiarato Nordio – rimettere mano al novero degli illeciti disciplinari previsti dalla legge». Il nuovo assetto, secondo il ministro, dovrà definire con chiarezza sanzioni, composizione dei collegi disciplinari e procedure, in un quadro normativo che dia piena attuazione all’Alta Corte prevista dalla riforma.

Nordio ha affrontato il tema del delicato equilibrio tra la libertà di espressione dei magistrati e il principio costituzionale di imparzialità. «Non si tratta di negare ai magistrati i loro diritti – ha precisato –, ma di esercitarli in modo coerente con la terzietà della funzione giurisdizionale».

Il Guardasigilli ha criticato la crescente esposizione pubblica di alcuni magistrati, spesso in contrapposizione politica con il governo, ribadendo la necessità di garantire sobrietà, riservatezza e irreprensibilità nei comportamenti individuali, anche al di fuori dell’esercizio delle funzioni.

L’obiettivo – ha concluso – è tutelare il prestigio dell’intero Ordine giudiziario, nel rispetto del principio della separazione dei poteri e della leale collaborazione tra le istituzioni.