Incredulità e dolore su dolore. È quanto con tutta probabilità ha provato il padre di Riccardo Boni, il 17enne morto su una spiaggia di Montalto di Castro mentre scavava una buca, quando i carabinieri gli hanno notificato l’iscrizione nel registro degli indagati.

Il reato contestato è omicidio colposo. Come ha precisato la Procura di Civitavecchia, si tratta di un atto dovuto, nessun accanimento nei confronti di una persona già devastata dalla perdita di un figlio in circostanza assurde. Il reato di omicidio colposo è l’unico ipotizzabile, in quanto, in astratto, copre anche eventuali omissioni del papà di Riccardo. «Vogliamo capire umanamente e tecnicamente se Riccardo ha avuto un malore prima di morire», ha detto all’Ansa il Procuratore capo di Civitavecchia, Alberto Liguori.

Il capo della Procura ha anticipato che nei prossimi giorni vorrà incontrare il padre di Riccardo. Al genitore del giovane non si imputano colpe, si tratta di un passaggio obbligato quando si verifica la morte di minorenne in determinate circostanze sotto la responsabilità dei genitori. Liguori ha voluto precisare che la dinamica dell’incidente «è chiara». «Adesso – ha aggiunto - è importante capire il come. Riccardo aveva patologie pregresse? Ha avuto un malore?». Domande che, a detta del magistrato, consentiranno ai genitori, «fin dove è possibile, di farsi una ragione sull’accaduto, poi sulle eventuali responsabilità, se ce ne sono, vedremo di trattarle come giusto che sia».

Inoltre, il Procuratore di Civitavecchia ha riflettuto su eventuali risvolti giudiziari, senza però tralasciare il dolore che i genitori e i fratelli di Riccardo stanno provando in questi giorni. «D'altronde - ha evidenziato - la pena naturale purtroppo è già in fase di espiazione, quella legale se necessita vedremo di gestirla nella maniera più umana possibile».
L’incidente di pochi giorni fa non ha precedenti in Italia. Una giornata al mare in totale spensieratezza si è trasformata in tragedia. Riccardo Boni è morto soffocato per far divertire i fratelli più piccoli nel tentativo di realizzare un tunnel sotto la sabbia e rispuntare a pochi metri dal punto in cui si è verificato l’incidente.

Quando il fratellino di 5 anni ha attirato l’attenzione sul luogo in cui si trovava Riccardo, è stato inutile il tentativo di estrarlo vivo dalla buca. Da una prima ricognizione, il giovane sarebbe stato individuato una quarantina di minuti dopo l’allarme della sua scomparsa lanciato proprio dal fratello, unico testimone, che ha riferito alla madre la presenza “sotto la sabbia” di Riccardo.
In base ad una prima ricostruzione pare che la madre del giovane, nel primo pomeriggio di venerdì scorso, non vedendolo, abbia chiesto al personale del campeggio informazioni sul figlio non riuscendo a rintracciarlo. Da quel momento sono scattate le ricerche con la successiva indicazione fornita dal fratellino di 5 anni del punto sulla spiaggia, dove poco tempo prima giocava con Riccardo, e la triste scoperta. Inutili i tentativi di rianimazione cardio-polmonare praticati dal personale del 118.