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CARLO NORDIO MINISTRO
“La riforma della giustizia è anche nell’interesse dei magistrati”, ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio a margine della presentazione questa settimana di un opuscolo, realizzato dagli uffici di via Arenula, contro la violenza sulle donne.
L’evento, organizzato da “Amiche di Roma Capitale”, associazione di volontariato presieduta da Benedetta Pezzella Vernola, ha infatti offerto lo spunto al guardasigilli per illustrare nei dettagli la riforma dell’ordinamento giudiziario. La modifica costituzionale prevede, com’è noto, la separazione delle carriere fra pm e giudici, il sorteggio dei componenti togati dei due (futuri) Consigli superiori della magistratura, e l’istituzione di una Alta corte disciplinare.
La riforma, va detto, sta molto a cuore al ministro, che ha illustrato ai tanti presenti, con molta convinzione, i contenuti principali del testo – ora in discussione al Senato dopo essere stato approvato alla Camera – e lo ha fatto a partire dalla propria esperienza personale. “Quando ero in servizio e si avvicinavano le elezioni per il rinnovo dei componenti del Csm, capitava di ricevere telefonate di colleghi che non sentivo da una ventina d’anni e che mi chiedevano il voto per essere eletti”, ha esordito Nordio. “Questo sistema di agire creava, e crea, uno stretto rapporto fra elettore ed eletto che poi non può non avere conseguenze”, ha proseguito il titolare della Giustizia. Che ha sottolineato come “il sorteggio dei componenti per i due Csm porrà inevitabilmente fine a tutto ciò”.
E poi: “Anche l’Alta corte disciplinare contribuirà a migliorare il sistema nel suo complesso, evitando che ci possano essere, anche in quel delicato ambito, dei condizionamenti”. Il tema di fondo è che il Csm attualmente è visto, ha affermato Nordio, con “timore” dagli stessi magistrati che ne conoscono il funzionamento.
La riflessione del guardasigilli si è quindi spostata su un punto che dovrebbe essere centrale nel dibattito sulla giustizia ma che invece finisce quasi sempre per essere messo in secondo piano. Il confronto è infatti polarizzato sull’indipendenza “esterna” del magistrato. Il quale deve essere, come recita la Costituzione, autonomo e indipendente da ogni altro potere. Chi è contrario alla riforma afferma che questa determinerà il controllo, da parte del governo, sull’operato del pubblico ministero: i magistrati dell’accusa, se separati dai giudici, potranno subire le interferenze della politica.
Nessuno, invece, si preoccupa dell’indipendenza “interna” del magistrato, e quindi della necessità di renderlo indipendente dallo stesso Csm. Nordio, a tal riguardo, ha fatto molti esempi di situazioni accadute negli anni. Ha raccontato, tra l’altro, di quando venne chiamato al Consiglio superiore per fornire chiarimenti riguardo a un’intervista che aveva concesso qualche anno dopo lo scoppio di Mani pulite. L’argomento era la custodia cautelare, strumento che era stato “abusato” dai magistrati pur nel rispetto delle regole previste dal codice di procedura penale. Eppure, l’aver fatto delle constatazioni quanto mai banali, alla luce di quello che era successo durante l’inchiesta su tangentopoli, portò Nordio a doversi “giustificare” davanti al Csm. Una convocazione che fu quanto mai sintomatica, ha ricordato il ministro, di un certo modo di agire.
Il colloquio ha messo in evidenza, senza dubbio alcuno, lo spirito liberale e garantista del guardasigilli, che ha voluto ricordare ai presenti di aver già portato a casa la riforma sulle misure cautelari, da ora in avanti di competenza del collegio e non più di un giudice singolo. Una riforma destinata a ridurre i casi di errore giudiziario.
Riguardo al ddl costituzionale sulle “carriere”, il rischio invece è che ci possano essere degli imprevisti lungo il percorso parlamentare. La riforma, ha ricordato ancora Nordio, non è più rinviabile, e una volta approvata contribuirà a migliore la qualità della giurisdizione nel suo complesso. Sono assolutamente infondati, ha insistito, i timori di chi pensa che possa creare problemi.
Il ministro ha presentato, naturalmente, l’opuscolo contro la violenza sulle donne, che contiene utili indicazioni e suggerimenti per poter affrontare al meglio situazioni di pericolo. L’importante è evitare, sempre, di sottovalutare quei pericoli, ha concluso il guardasigilli.